Sono finiti il sindaco e il vice sindaco di Moio, Bruno Pennisi e Clelia Pennisi, e Luca Giuseppe Orlando, assessore ai Lavori pubblici di Malvagna.
Con loro arrestato un esponente del clan Cintorino, articolazione di Cosa nostra catanese: Carmelo Pennisi, che dal carcere si avvaleva del padre Giuseppe, pure lui arrestato, e della sorella, che è la vicesindaca di Moio.
Secondo la ricostruzione della Procura diretta da Maurizio de Lucia, accolta dal gip di Messina, “la struttura criminale è risultata in grado di ingerirsi, condizionandole, nelle dinamiche elettorali-politiche dei due Comuni, oltre che nella relativa gestione dell’attività amministrativa”, si legge in un comunicato della Guardia di finanza, che riporta una considerazione del giudice delle indagini preliminari: siamo di fronte a “un gruppo che, per il suo modus operandi, rappresenta l’evoluzione del modello tradizionale di associazione mafiosa che sfrutta la fama criminale ormai consolidata e che non abbisogna di manifestazioni esteriori di violenza, per intessere relazioni con la politica, le istituzioni, le attività economiche, al fine di imporre il proprio silente condizionamento”.
Dal carcere, Carmelo Bruno “disponeva affinché i suoi sodali prendessero contatti con le ditte appaltatrici di lavori assegnati dai due enti locali”, spiegano ancora i finanzieri. E poi garantiva “sostegno ai candidati in occasione del rinnovo dei rispettivi consigli comunali”.
Le intercettazioni raccontano che al sindaco di Moio sarebbero arrivati direttamente “inequivoche sollecitazioni”, così li chiamano gli investigatori.
Stesse indicazioni, all’assessore di Malvagna, che “si adoperava per l’assegnazione di appalti di lavori a ditte vicine – questa l’accusa – anche mediante il compimento di reati di corruzione e altri reati contro la pubblica amministrazione”.
Le indagini, secondo le valutazioni del Giudice, documentano uno spaccato assolutamente significativo del nuovo modo di “fare mafia”: “un gruppo che, per il suo modus operandi, rappresenta l’evoluzione del modello tradizionale di associazione mafiosa che sfrutta la fama criminale ormai consolidata e che non abbisogna di manifestazioni esteriori di violenza, per intessere relazioni con la politica, le istituzioni, le attività economiche, al fine di imporre il proprio silente condizionamento”.
D’Amico Antonio, nato a Bronte il 23 febbraio 1971
Orlando Luca Giuseppe, nato a Taormina il 28 agosto 1975
Pennisi Bruno, nato a Moio Alcantara il 29 maggio 1975
Pennisi Carmelo, nato a Messina il 31 gennaio 1981
Pennisi Clelia, nata a Messina il 16 febbraio 1980
Pennisi Giuseppe, nato a Moio Alcantara il 10 marzo 1958
Ferraro Santo Rosario, nato a Santa Teresa di Riva il 30 marzo 1969
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