L’ex centrocampista del Milan e della Nazionale si espone e racconta la sua storia privata per una causa importante: sostenere la ricerca scientifica e aiutare i malati di diabete, come il suo bimbo.
Lo fa in un video messaggio, condiviso dalla Fondazione Italiana Diabete, in cui è seduto con le mani intrecciate e parla con tono sentito ma chiaro, diretto. Racconta quello che sta passando e si impegna, per la ricerca, a correre la maratona di Milano, il prossimo 2 aprile.
“Siamo costretti costantemente a tenere monitorata la sua glicemia e fare iniezioni di insulina più volte al giorno, tutti i giorni – continua l’ex capitano rossonero nel video – Al momento il diabete di tipo 1 è una malattia incurabile, ma c’è una speranza che passa solo ed esclusivamente attraverso la ricerca scientifica. Io, mia moglie e tutti i parenti delle 200 mila persone fra adulti e bambini che hanno questa malattia, abbiamo la necessità e la volontà di sapere che prima o poi si arriverà a una cura definitiva”.
Ma anche, come detto, la volontà di impegnarsi in prima persona per dare un segnale: “Per questo ho deciso di correre alla Milano Marathon, insieme a qualche mio ex compagno di squadra, per sostenere la Fondazione Italiana Diabete.
Ambrosini, 45 anni, ha smesso di giocare nel 2014, ultima maglia quella della Fiorentina.
Da quel momento ha iniziato a correre, e oggi è un runner esperto.
Commentatore in tv per Dazn e Prime Video, in un’intervista realizzata da Manuela Croci su 7 ha ammesso di non aver mai pensato a una carriera da allenatore, come molti ex compagni: “Fare l’allenatore richiede molto tempo e energie. Quando ho smesso ho voluto privilegiare la famiglia, i figli e il tempo da dedicare a loro”. La moglie Paola, e i figli Federico, Angelica e ovviamente Alessandro.
Come il titolo della celebre canzone di Bruce Springsteen che si è tatuato sul braccio.
“Insieme ragazzi possiamo e dobbiamo trovare una cura per questa malattia”, conclude nel video messaggio. Un appello accorato. Ambrosini non aveva mai nascosto la malattia del figlio (sui social si trovano foto del piccolo Ale che fa la puntura di insulina), ma è la prima volta che ne parla pubblicamente. Un gesto di coraggio che può aiutare tante famiglie.
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