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Messina Denaro

Matteo Messina Denaro, niente collegamento nell’aula bunker: sedia vuota

Pubblicato il 19 Gennaio, 2023

La seduta del processo a Matteo Messina Denaro, imputato di essere il mandante degli attentati di Capaci e via D’Amelio, è stata posticipata al 9 marzo per consentire la presenza del difensore. La decisione è stata presa dalla presidentessa della Corte d’Assise di Caltanissetta, Maria Carmela Giannazzo, dopo che oggi il boss ha scelto di non partecipare all’udienza in videoconferenza dalla prigione de L’Aquila. Uno dei suoi avvocati d’ufficio, Salvatore Baglio, ha dichiarato di aver ricevuto un incarico verbale dal difensore di fiducia nominato da Messina Denaro, la nipote Lorenza Guttadauro, figlia di una sorella del boss e ha richiesto i termini per la difesa. Il procuratore generale non ha sollevato obiezioni e così l’udienza è stata rimandata.

C’era aspettativa questa mattina all’interno della sala bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta per la possibile partecipazione in videoconferenza di Messina Denaro. Sarebbe stata la prima volta che il latitante, arrestato lunedì scorso a Palermo, appariva in un’aula giudiziaria. Il collegamento video con la prigione de L’Aquila, dove Messina Denaro si trova rinchiuso, era stato attivato ma, come previsto, la deposizione non si è svolta.

“Questa decisione di non presentarsi non deve essere interpretata in alcun modo, poiché ha nominato un avvocato di fiducia. Era perfettamente al corrente del fatto che il nuovo legale avrebbe richiesto un rinvio per esaminare l’ampia documentazione processuale”, ha dichiarato il procuratore generale di Caltanissetta Antonino Patti alla fine dell’udienza.

Intanto la casa di proprietà della madre di Andrea Bonafede, l’alias usato dal boss Matteo Messina Denaro durante la sua latitanza, è stata sottoposta a sequestro. La casa si trova all’angolo tra via Marsala e via Cusmano a Campobello di Mazara. L’appartamento al piano terra ha due ingressi. Tuttavia, la casa è disabitata da tempo. La madre di Bonafede vive nella casa di Tre Fontane insieme a una delle sue figlie. Dopo la scoperta del rifugio-bunker in via Maggiore Toselli, nel centro del paese, dove sono stati trovati gioielli e scatole, i controlli e le ricerche sono stati estesi e adesso è scattato il sequestro dell’immobile di via Marsala, da tempo non utilizzato dalla donna, alla ricerca di tracce e documenti dell’ex latitante.

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