Pubblicato il 2 Dicembre, 2022
“Io sono un liberale, ognuno deve essere libero di pagare come vuole. Se uno vuole pagare due euro il caffè con la carta di credito è solo un rompipalle. Io cerco di pagare in contanti, perché a me piace andare a prelevare al bancomat”.
Così Matteo Salvini.
Il ministro delle Infrastrutture interviene sulle note polemiche per i pagamenti cashless.
Nella legge di bilancio è stato infatti inserito l’obbligo per i commercianti di accettare carte e bancomat per qualsiasi importo. Le sanzioni scatteranno solo se si rifiutano transazioni sopra i 60 euro.
Una misura che la maggioranza difende a spada tratta. Con toni anche piuttosto vivaci, come quelli usati da Salvini.
Secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori (Unc), l’esempio del caffè è in realtà fuorviante perché nel peggiore dei casi la commissione da pagare per il commerciante “sarebbe di mezzo centesimo”.
In ogni caso alcune offerte sul mercato permettono addirittura di azzerare i costi delle commissioni al di sotto di una certa soglia.
Vero è che non sono pochi i commercianti a lamentarsi per il costo delle transazioni.
Secondo Confesercenti ad esempio “un tabaccaio che rinnova un bollo auto da 50 euro ha un margine di guadagno di 1 euro. Se il pagamento del bollo – o di qualunque altro bollettino – viene effettuato con carta di credito, di fatto le commissioni azzerano o quasi il guadagno”.
Per questo l’associazione chiede di azzerare “i costi di tutte le mini-transazioni con Pos e carte di credito fino a 50 euro”.
E’ difficile, comunque, quantificare con esattezza il costo delle commissioni sui pagamenti Pos: dipende dal fornitore che offre il servizio. E sul mercato ci sono offerte che prevedono l’azzeramento dei costi per i piccoli importi.
Salvini ha parlato anche di pace fiscale: “Io continuo a ritenere che sia un segno di civiltà. Ci sono quindici milioni di cittadini italiani con delle cartelle esattoriali, o sono un popolo di delinquenti oppure…”.
“Io sono orgoglioso di questa manovra” ha detto poi il ministro.
“Letta dice che è un inno all’evasione fiscale? Mamma mia… Io la vedo in maniera diversa da lui”.
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