Il Duomo gremito, il labaro dei Lagunari, in cui aveva prestato servizio; tanta gente a salutarlo anche fuori: chissà se Giorgio Mandich, il clochard mestrino morto nei giorni scorsi, in ospedale, ad appena sessant’anni di età, avrebbe mai potuto immaginare che il suo funerale sarebbe stato così.
Presente, per dargli ufficialmente l’ultimo saluto a nome della città sabato 20 febbraio, anche l’assessore comunale alla Coesione sociale, Simone Venturini.
“Essere qui questa mattina in tanti – ha sottolineato Venturini – è la dimostrazione di come la città abbia saputo apprezzare la presenza, sempre discreta, di Giorgio, di come tutte le vite siano importanti e possano lasciare un segno negli altri. Spesso chi sceglie di vivere in strada, non ha amici, diventa quasi ‘invisibile’: per lui non è stato così.”
Mandich era in effetti una figura molto nota ai mestrini. Aveva eletto come sua sede, piazza Ferretto: ai passanti regalava brevi poesie o pensieri, scritti su un foglietto di carta, ricevendo in cambio qualche piccolo dono in denaro o in generi alimentari. Pur seguito dal Comune e dalla Casa dell’Ospitalità il clochard aveva sempre preferito continuare a vivere all’aria aperta e a dormire, di notte, all’addiaccio.
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