Così si legge nell’istanza della Procura che dovrà essere valutata dal gip Livio Cristofano.
Quella secondo cui si è trattato di una “condotta sostanzialmente proporzionata, ancorché letale, ovvero sferrando a sua volta alcuni colpi”.
Insomma, per il pm di Milano Giovanni Tarzia va archiviata per “legittima difesa” l’indagine per omicidio volontario aggravato a carico di Francesco Ciconte, 43 anni, arrestato il 19 giugno dello scorso anno per aver ucciso a coltellate il fratello Vincenzo, 47 anni e tossicodipendente, durante una lite davanti all’anziana madre nella loro casa nel quartiere San Siro, nel capoluogo lombardo.
Secondo il pm, Francesco Ciconte “non poteva certo abbandonare l’appartamento, lasciando la madre in balia del fratello armato e deciso ad aggredire i familiari”,
così come “aveva più volte minacciato”, perché chiedeva con insistenza altri soldi per comprarsi cocaina. La madre non venne ferita “grazie al tempestivo movimento di Francesco” che “scansandola riuscì ad evitare l’accoltellamento”.
La donna, si legge ancora negli atti, “ha reso un racconto dei fatti sostanzialmente compatibile” con quello del figlio Francesco e con quanto emerso dagli accertamenti scientifici e medico-legali.
Già il gip, scarcerando il 43enne dopo l’arresto e mettendolo ai domiciliari, aveva parlato di un “tragico contesto familiare nel quale si consumava il fratricidio”.
Ora la richiesta di archiviazione per la “adeguatezza della reazione difensiva”
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