Dopo l’incendio del ponte di Crimea, snodo vitale per la Russia, è arrivata violenta e furiosa la “vendetta” di Putin che attribuisce l’attacco proprio agli ucraini.
Questa mattina su Kiev, ma anche su altre città come Dnipro, si è abbattuta una pioggia di missili che avrebbe provocato almeno 5 morti, anche se il bilancio è ancora provvisorio e potrebbe essere molto più grave.
Dal centro di Kiev, come dimostrano le immagini girate da un automobilista, si sono alzate alte colonne di fumo e le stazioni delle metropolitane sono state adibite a rifugi per i cittadini.
Il presidente Zelensky, dal suo profilo social di Facebook, ha scritto che “c’è un allarme aereo in tutta l’Ucraina”, non solo a Kiev e Dnipro. Si sono infatti registrate esplosioni in tante zone dell’Ucraina: Zhytomyr, Ternopil, Leopoli e Khmelnitsky.
Una reazione forte e veemente della Russia, proprio nel momento in cui l’esercito ucraino è passato al contrattacco, grazie anche al supporto delle armi fornite dalla Nato.
L’attacco alle varie città ucraine segue quello a Zaporizhzhia, dove pure si sono registrati morti e feriti. Dopo l’incendio del ponte di Crimea Putin aveva promesso una pronta reazione e anche il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev hanno annunciato con parole di fuoco: “La risposta della Russia all’atto terroristico compiuto dallo Stato fallito dell’Ucraina colpendo il ponte di Crimea è la distruzione diretta dei terroristi”.
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