Misurazione della febbre a scuola, il governo impugna l’ordinanza Cirio: “Favorisce la diffusione del virus”

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L’aveva detto chiaramente, la ministra all’istruzione Lucia Azzolina, venerdì scorso a Biella che l’ordinanza della Regione Piemonte sulla misurazione della febbre non era piaciuta al governo e che si stava valutando di impugnarla. E stamattina negli uffici della Regione è arrivato puntuale il ricorso degli avvocati del governo che chiedono la sospensione dell’ordinanza in quanto, per questo caso, sarebbe prevalente la competenza statale rispetto a quella regionale. La misurazione della febbre, quindi, dovrà essere fatta a casa anche per gli studenti piemontesi, se il TAR darà ragione alla Stato, e non a scuola come previsto dall’ordinanza regionale. Il ricorso del governo non si basa solo su questioni di competenza, ma anche sanitarie tanto che l’altra firma in calce alla lettera, oltre a quella della Azzolina, è quella del ministro della Salute Roberto Speranza. Infatti la misurazione della febbre a scuola, secondo quanto riportato nel ricorso, aumenta i rischi di contagio nel percorso dello studente da casa fino al plesso scolastico. Quindi, sempre secondo il ricorso consegnato alla Regione, l’ordinanza sarebbe lungi da proteggere la salute degli studenti e delle famiglie e va inibita in quanto suscettibile di favorire la diffusione del virus.
In serata è arrivata anche la risposta della Regione che in una nota ha specificato che, fino a quando il TAR non si sarà pronunciato sulla sospensiva, l’ordinanza regionale rimane operativa. Il presidente della Regione Alberto Cirio ha poi dichiarato: “Difenderemo con forza l’ordinanza perché siamo convinti sia utile e necessaria, oltre a ricadere appieno nelle competenze della Regione, tra le quali c’è quella di tutelare la salute dei suoi concittadini. Peraltro le scuole piemontesi stanno già applicando l’ordinanza senza particolare difficoltà, come evidenziato dall’avvio dell’anno scolastico”. Il Presidente ha sottolineato inoltre di essere convinto che la Regione sia nel giusto, perché l’ordinanza aumenta il livello di sicurezza per i cittadini e non introduce modifiche su quanto previsto dallo Stato, ma solo un meccanismo di controllo di quanto proprio lo Stato ha disposto per legge.

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Luca Fiocchetti

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