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Mosca

Mosca boccia il piano di pace che nessuno ha ancora inviato: “L’Italia non ha politici seri”

Pubblicato il 26 Maggio, 2022

“I politici seri che vogliono ottenere risultati e non sono impegnati nell’autopromozione di fronte al loro elettorato, non possono proporre questo genere di cose”.

Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov commentando in un’intervista a Russia Today in arabo le proposte di pace italiane per l’Ucraina.

Lavrov: "La Russia verso un rapporto più stretto con la Cina" - la  Repubblica
Serghei Lavrov

L’emittente ha postato sul suo sito una trascrizione in russo.

Lavrov ha ribadito che l’Italia non ha inviato il piano a Mosca, ma “quanto appare sui media provoca un sentimento di rammarico”, ha aggiunto, riferendosi in particolare alle ipotesi di Donbass e Crimea sotto sovranità ucraina con uno status autonomo.

Da circa una settimana, così come fa notare Il Post, sui giornali italiani si parla con una certa insistenza di un “piano di pace” che l’Italia avrebbe cominciato a far circolare in ambienti diplomatici con alcune proposte per porre fine alla guerra in Ucraina. Del piano ha parlato con enfasi in particolare Repubblica, che è stato il primo giornale a darne conto, e che l’ha presentato come un tentativo concreto di trovare una soluzione diplomatica al conflitto dando al tempo stesso centralità all’azione del governo italiano.

Ma a una settimana dall’uscita delle prime informazioni, sembra che il tentativo diplomatico italiano non sia mai davvero partito, sempre che sia stato un tentativo serio. Il contenuto del piano è confuso e non particolarmente efficace, non ha ottenuto significativo sostegno dai governi internazionali e soprattutto non è nemmeno chiaro se le parti in causa – Russia e Ucraina – abbiano avuto modo di valutarlo. Non è nemmeno chiaro, peraltro, se tutto il governo sia coinvolto nella promozione del piano. Di fatto non ha avuto finora alcun peso nella trattativa diplomatica e quasi certamente non ne avrà. Il quotidiano Domani ha titolato che “non è mai davvero esistito“, lasciando intendere non tanto che il documento non ci sia, quanto che non abbia avuto finora nessuna efficacia.

Dell’esistenza di un “piano di pace italiano” aveva scritto per prima Repubblica il 18 maggio. Il quotidiano scriveva che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aveva consegnato al segretario generale dell’ONU António Guterres un documento elaborato «in stretto coordinamento con Palazzo Chigi», che prevedeva un percorso in quattro tappe per ottenere dapprima un cessate il fuoco e arrivare infine alla risoluzione diplomatica del conflitto. Nel suo articolo, Repubblica citava varie fonti del ministero degli Esteri e riprendeva passaggi del documento, lasciando intendere che l’esistenza del “piano italiano” fosse stata rivelata al giornale dal ministero stesso.

A giudicare dalle prime informazioni, tuttavia, sembra che il piano del ministero degli Esteri fosse piuttosto abbozzato.

I quattro punti previsti per raggiungere la pace tra Russia e Ucraina sarebbero: cessate il fuoco immediato; garanzia che l’Ucraina rimanga neutrale; una soluzione di compromesso per Crimea e Donbass; un nuovo patto di sicurezza europea e internazionale. Sono tutti passaggi corretti e necessari, ma non costituiscono una novità: tutti i negoziati condotti in questi mesi sono partiti da una base simile. Il problema, finora, è stato che le due parti in conflitto non sono riuscite a trovare un accordo soprattutto a causa della completa chiusura della Russia, che ha violato la maggior parte dei cessate il fuoco e ignorato gli appelli per la pace.

Il piano italiano, almeno per come descritto dalla stampa, non sembra portare nessuna novità o miglioramento da questo punto di vista: non si capisce bene come dovrebbe ottenere un cessate il fuoco immediato, quali sarebbero le «soluzioni di compromesso» per le zone contese né cosa significhi creare un nuovo patto di sicurezza. Il piano prevede tutta una serie di paesi garanti e gruppi internazionali che dovrebbero sorvegliare sugli accordi, ma non è nemmeno specificato, secondo Repubblica, quali sarebbero questi paesi.

Non è da escludere che il piano sia più dettagliato e concreto di come lo hanno descritto i giornali, e che contenga proposte effettivamente attuabili, ma dalle informazioni disponibili appare un documento piuttosto vago.

Soprattutto, sembra che il piano sia stato creato all’interno del ministero degli Esteri e che la sua esistenza sia stata resa pubblica senza consultare le parti in conflitto né gli alleati internazionali.

L’unica cosa che si sa con sicurezza è che il ministro Di Maio ha consegnato il documento a Guterres la settimana scorsa, ma da quel momento in poi non è chiaro chi lo abbia consegnato a chi, e l’ipotesi più probabile, almeno finora, è che non sia stato valutato seriamente da nessuna delle parti in causa.

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