Così Helga Kayda. La giovane ucraina che vive in Svezia denuncia sui social quel che le è accaduto mentre passeggiava.
“La signora russa mi ha aggredito verbalmente e minacciato di aggredirmi anche fisicamente perché ho raccolto la bandiera ucraina che ha calpestato e le strisce giallo blu che ha buttato via – racconta – Si è avvicinata a me e ha iniziato ad attaccarmi verbalmente. Poi ho acceso la mia macchina fotografica e ho chiesto perché lo fa. Lei ha risposto che sono una nazista, una prostituta, sembro brutta, i miei vestiti sono scadenti e morirò presto. Poi la mia batteria è morta. Ho chiesto quando morirebbero tutti loro affinché il mio Paese possa finalmente vivere? Con “loro” intendo coloro che hanno occupato l’Ucraina, bombardando i condomini e le case di maternità, uccidendo e violentando i civili, compresi i bambini. Ma chiedo anche perché a persone, come questa signora, è permesso vivere in Europa con quei valori che promuovono?”.
Con questo post, vorrei aumentare la consapevolezza che le persone con tali valori vivono in società democratiche. Eppure chiunque può diventare vittima del suo odio. L’ho già identificata e l’ho denunciata alla polizia. Sono disposta a metterci la faccia, se la stampa è disposta a mettere in evidenza questa storia.
Sui social, stampa o non stampa, la sua denuncia è già virale e sono migliaia le manifestazioni di solidarietà e stima.
E viene rivelato anche chi è la donna che inveisce.
“Non so come abbia sopportato. Ero disgustato anche solo a guardare. Questa donna ha sparso e calpestato gli stimoli ucraini vicino all’ambasciata russa a Stoccolma. La cosa ancora più orrenda – scrive un utente – è che si tratta rivelata di un’insegnante. Informazioni su di lei sono state diffuse dal gruppo Fb di ucraini in Svezia: si chiama Eugenia Karlsson, è nata il 13 marzo 1958 a Leningrado. Diplomato all’Università Pedagogica statale di Leningrado. Si è trasferita in Svezia negli anni ’90 e ha studiato all’Università di Linköping per master di filosofia in Pedagogia. Ha lavorato come insegnante di scuola superiore in Pedagogia e lavoro pedagogico presso la palestra Åva a Taby, un sobborgo di Stoccolma. Attualmente lavora come insegnante con licenza di Pedagogia e lavoro Pedagogico”.
Dettagli che rendono ancor più sconvolgente l’episodio che molti utenti avrebbero già denunciato alla polizia e al datore di lavoro della docente.
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