Con 250 casi a settimana ogni 100mila abitanti sarà automatica la zona rossa (oggi siamo come media nazionale a circa 160). Il nuovo Dpcm che sarà varato rispecchia le preoccupazioni governative. Si abbasserà anche la soglia dell’indice Rt per decidere sui colori assegnati alle Regioni. Verrà sicuramente prorogato lo stato di emergenza che scade a gennaio, ma è sulla data che si discuterà: c’è chi parla di fine marzo o addirittura di luglio.
Il virus non se ne va, insomma, e il Paese è fermo. Da domani 5 Regioni, Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Calabria e Sicilia saranno in arancione e i Governatori già chiedono ristori adeguati per non penalizzare ulteriormente le categorie colpite “e per scongiurare il rischio che interi comparti vengano definitivamente cancellati dalla geografia economica delle nostre Regioni”.
Il numero delle vittime sale ovunque. Le misure comprenderanno, come anticipato, i weekend arancioni per tutti in cui si si potrà muovere all’interno delle Regioni, ma bar e ristoranti rimarranno rigorosamente chiusi. Sotto stretto controllo anche altre Regioni, che rischiano l’arancione: il Friuli Venezia Giulia, il Piemonte, Bolzano, Trento, la Puglia e l’Umbria.
Però il Governo sta studiando anche la possibilità di avere i colori bianco e verde per quelle aperti d’Italia che avranno un Rt sotto lo 0,5. In questi posti si tornerebbe alla vita normale, anche con l’apertura di cinema e palestre.
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