Omicidio di Copertino, Aportone resta unico indagato. Stralciata la posizione della moglie

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Ancora una svolta sull’omicidio di Copertino, quello relativo all’assassinio dell’ex maresciallo dei carabinieri, in pensione al momento dei fatti, Silvano Nestola. La sera dello scorso 3 maggio, il 45enne salentino fu raggiunto da quattro colpi di fucile fuori dall’abitazione della sorella, nei paraggi della sua auto. L’ex maresciallo era andato a cena dalla sorella insieme al figlioli 11 anni. Un dramma per tutta la comunità salentina, un mistero aperto per molti mesi per tutto il Paese. Poco dopo le indagini fecero il loro corso ed il cerchio si strinse sulla posizione di Michele Aportone, padre della ex compagna di Nestola che non vedeva di buon occhio la relazione tra la figlia, divorziata con l’ex marito, e Nestola. Pedinamenti, messaggi, minacce avevano portato alla fine della relazione tra la donna e l’ex maresciallo. Ma, evidentemente non bastava. Aportone, insieme alla moglie complice, è stato fin da subito ritenuto l’indiziato numero uno dell’omicidio di Copertino e tante prove facevano propendere in questa direzione. Il 70enne di San Donaci, in provincia di Brindisi, era finito in carcere in attesa di giudizio. Ora, arriva una nuova svolta.

Omicidio di Copertino, ecco la svolta

La Procura di Lecce, infatti, nelle ultime ore ha chiuso le indagini sull’omicidio di Copertino. L’unico indagato, al momento, è e resta Michele Aportone, padre della ex compagna della vittima e già arrestato nel novembre scorso. E’ stata chiesta l’archiviazione, invece, per la moglie, Rossella Manieri, 62 anni, anche lei di Copertino che era indagata in stato di libertà come complice del marito. Aportone risponde di omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili secondo quanto ipotizzato dai pm Paola Guglielmi e Alberto Santacatterina. La moglie era indagata per concorso nell’omicidio. Il movente del delitto, secondo gli inquirenti, sarebbe da ricercare in una relazione tra la figlia di Aportone con la vittima, rapporto che era stato contrastato dai genitori e che era poi cessato. A incastrare Aportone gli accertamenti condotti sugli spostamenti, proprio la sera del 3 maggio, di un furgone e di uno scooter, poi trovato bruciato e fatto in pezzi.

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Carmelo Dimitri

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