Omicidio Thomas Bricca: “Lo hanno ucciso per sbaglio al posto mio. Ora sto solo come un cane”

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“Mi vogliono uccidere, ora sto solo come un cane”.

Così Omar Houdi.

Marocchino di origine, 20 anni, Houdi è, secondo le indagini, sostenute dalle dichiarazioni di tanti ragazzi della cittadina a un’ora da Roma e dalla sua stessa ammissione, la persona contro la quale era diretto l’agguato dei due killer in scooter.

Omar Houdi

Dopo la diretta Instagram nella quale sosteneva che la faida dalla quale è nato l’omicidio di Thomas Bricca, una settimana fa ad Alatri, sia nata per questioni di razzismo, rivela di essersi trasferito per sicurezza in una città del nord Italia, temendo ulteriori ritorsioni dalle stesse persone che hanno ucciso il suo amico 19enne.

Resta da capire se i tre proiettili fossero diretti a lui o se volessero solo intimorirlo, finendo poi per colpire Bricca per una casualità.

Il 20enne era stato già messo sotto protezione dai carabinieri di Alatri. 

L’ipotesi di un nuovo agguato appare in realtà assai improbabile data l’attenzione investigativa e mediatica richiamata dal ferimento mortale di Thomas Bricca, ma forse ragionando in prospettiva, Houdi ha preferito allontanarsi.

Nel suo post c’è la foto di un incrocio di una città del nord Italia.

La ricostruzione di tutta la vicenda fatta finora comincia il sabato pomeriggio precedente all’omicidio, quando un ragazzo egiziano della stessa comitiva di Houdi viene pestato dal gruppo al quale apparterrebbero i due killer, ricostruisce il Corriere.

Houdi sostiene che sia nato tutto per futili motivi alimentati dall’odio razziale (gli autori sono due “violenti” molto noti in paese), i carabinieri ritengono che sotto possano esserci questioni legate alla vendita di droga. 

Il giorno dopo, domenica, gli autori del pestaggio vengono a loro volta picchiati dalla comitiva di nordafricani, tanto che uno di loro (sono due fratelli) viene appeso a testa in giù da una ringhiera delle mura antiche di Alatri.

Lunedì sera, infine, l’arrivo dello scooter in via Liberio, gli spari e il ferimento di Thomas, che muore 40 ore dopo per il proiettile che lo colpisce al capo.

Sebbene il quadro sembri delineato, gli autori degli spari e i loro eventuali mandanti sono ancora ignoti. I due fratelli, da tutti indicati come i responsabili dell’omicidio, forse facendo arrivare i killer da Frosinone grazie ai loro legami con la malavita locale, si sono presentati spontaneamente in caserma dopo 48ore, sostenendo che non c’entrano niente e fornendo i riferimenti di un alibi che al momento li scagiona.

Le indagini vanno avanti, mentre martedì sarà svolta l’autopsia che libererà la salma di Thomas per i funerali.

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Redazione Nazionale

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