L’episodio è avvenuto lo scorso lunedì 12 aprile e ha lasciato un velo di tristezza e disperazione. Parliamo dell’operaio morto mentre costruiva una piscina in una villa privata a Noha, frazione di Galatina. L’ennesima morte sul lavoro, che purtroppo nel nostro Paese non rappresentano più una casuale rarità, ha ovviamente portato via con sé numerosi interrogativi, tanti dubbi e una sensazione insopportabile di ingiustizia rappresentata dal fatto che ancora una volta si muore mentre si sta facendo il proprio dovere. La morte di Luca Sedile, operaio appena 30enne, non deve per nessuna ragione al mondo passare inosservata e impunita e, al momento, spuntano cinque indagati per omicidio colposo per quanto successo.
Il giovane operaio morto, originario di Collepasso, era dipendente di una ditta edile ed era al lavoro insieme ad altri operai per lo scavo e la realizzazione di una piscina nel giardino della villa privata. Tra i cinque indagati risultano l’autista del mezzo che avrebbe travolto il giovane durante i lavori, i proprietari della villa ed il datore di lavoro. Il prossimo 19 aprile, ad una settimana esatta dal fattaccio, il pm conferirà l’incarico al medico legale Alberto Tortorella per l’autopsia. A sporgere denuncia sull’accaduto sono stati i genitori della vittima con l’avvocato Silvio Verri. L’esame servirà a chiarire esattamente le cause della morte e, se quest’ennesima morte bianca sul posto di lavoro, sia riconducibile a qualche responsabilità.
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