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Papa Francesco

Papa Francesco, l’autobiografia senza sconti: “Mente ero in ospedale c’era chi già faceva campagna elettorale in Vaticano”

Pubblicato il 14 Marzo, 2024

Papa Francesco si manifesta senza reticenze, senza censure. Più di quel che già di solito è, schietto come sempre, anche se poi soggetto a critiche, polemiche, così come quelle recenti scaturite dalle sue opinioni su come porre fine al conflitto voluto dalla Russi in Ucraina.

Il Pontefice si racconta a tutto tondo nella sua autobiografia intitolata “Life. La mia storia nella Storia”.

Papa Francesco

Il Corriere ne ha pubblicato alcuni stralci in anteprima internazionale.

Un libro che promette scintille, visto che, così come c’era da aspettarsi, Francesco non le manda a dire. A nessuno.

A partire da chi condivide la sua dimora, il suo ambiente, la Chiesa, il Vaticano…

Qualcuno era più interessato alla politica, a fare campagna elettorale, pensando quasi a un nuovo conclave. State tranquilli, è umano, non c’è da scandalizzarsi! Quando il Papa è in ospedale, di pensieri se ne fanno molti, e c’è anche chi specula per proprio tornaconto o per guadagno sui giornali”, racconta il “Papa giunto da lontano”, dall’Argentina del Jose Bergoglio che rivela i movimenti attorno al suo letto di sofferenza, le manovre, le supposizioni.

Anche le speranze dei nemici che pure lui ha all’interno di quell’universo di poteri e contraddizioni celato dall’abito talare.

Un Bergoglio che manifesta, comunque, comprensione che chi già ipotizzava la scelta di un successore al soglio pontificio, che lui non ha mai preso in considerazione un abbandono volontario, così come decise di fare Joseph Ratzinger.

Penso che il ministero petrino sia ad vitam e dunque non vedo condizioni per una rinuncia – scrive Francesco sull’ipotesi dimissioni – Le cose cambierebbero se subentrasse un grave impedimento fisico, e in quel caso ho già firmato all’inizio del pontificato la lettera con la rinuncia che è depositata in Segreteria di Stato. Se questo dovesse succedere, non mi farei chiamare Papa emerito, ma semplicemente vescovo emerito di Roma, e mi trasferirei a Santa Maria Maggiore per tornare a fare il confessore e portare la comunione agli ammalati”.

“Quando in Vaticano arrivò la prima dose, io mi prenotai subito e poi feci anche i richiami e, grazie a Dio, non fui mai contagiato”, racconta sul terribile periodo della pandemia.

E nel libro ovviamente non dimentica le origini italiane: “Nonna Rosa, la mia nonna paterna, è stata una figura fondamentale per la mia formazione. I nonni parlavano piemontese; per questo il piemontese è stata la mia prima lingua madre”.

E la giovinezza in parallelo coi grandi eventi della storia così come le atomiche su Hiroshima e Nagasaki: “L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è un crimine contro l’uomo, contro la sua dignità e contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune”.

Un attacco chiaro, che si riverbera su quel che sta avvenendo in questo periodo incupito ancor di più dalle minacce reiterate da Putin sul rischio dell’utilizzo delle armi nucleari, che giocoforza ci condannerebbe anche alla terza guerra mondiale.

Il Pontefice racconta anche che da gesuita avrebbe voluto fare il missionario in Giappone, ma che non gli fu permesso a causa delle condizioni di salute: “Se mi avessero mandato in quella terra di missione, la mia vita avrebbe imboccato una strada diversa; e magari qualcuno in Vaticano sarebbe stato meglio di adesso”, scoccando un’altra frecciatina.

Francesco ripercorre pure gli amori giovanili: “Durante quell’anno in seminario ebbi anche una piccola sbandata: è normale, altrimenti non saremmo esseri umani. Avevo già avuto una fidanzata in passato, una ragazza molto dolce che lavorava nel mondo del cinema e che in seguito si è sposata e ha avuto dei figli. Questa volta invece mi trovavo al matrimonio di uno dei miei zii e rimasi abbagliato da una ragazza. Mi fece davvero girare la testa per quanto era bella e intelligente. Per una settimana ebbi la sua immagine sempre nella mente e mi fu difficile riuscire a pregare! Poi per fortuna passò, e dedicai anima e corpo alla mia vocazione”.

Il Papa definisce “killer prezzolati” gli abortisti, mentre apre alla “copertura legale” per le coppie omosessuali che “vivono il dono dell’amore”. E racconta il voto fatto nel 1990 di non guardare più la tv. 

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