Dopo la cattura di ieri alla clinica Maddalena di Palermo, i carabinieri del Ros e la procura di Palermo sono risaliti al covo della primula rossa della cupola mafiosa. Il boss viveva a Campobello di Mazara, nel trapanese, nel paese del favoreggiatore Giovanni Luppino, arrestato assieme al capomafia che – ufficialmente – fa il broker di olio d’oliva. Il covo – secondo quanto si apprende – si trova nel centro abitato in vicolo San Vito (ex via Cv31): lì Messina Denaro viveva in una casa che negli ultimi mesi, dopo il trasferimento dei proprietari, era rimasta disabitata. E proprio da Campobello di Mazara, ieri, il boss era partito in direzione Palermo, per recarsi in clinica dove sottoporsi alle terapie per curare un tumore. Le ricerche sono state coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Guido.
Secondo quanto è trapelato nel covo non sono state trovate armi. Ci sarebbero nell’abitazione molti profumi e abiti firmati: l’arredamento è stato definito raffinato e ricercato.
Diversi pentiti hanno raccontato che il capo trapanese era custode del tesoro di Totò Riina, ovvero documenti segreti che il “capo dei capi” teneva nel suo nascondiglio prima dell’arresto. Queste carte sono sparite perché – a differenza di ora – la casa covo di Totò Riina non venne perquisita.
Matteo Messina Denaro è atterrato ieri sera (16 gennaio) con un volo militare all’aeroporto di Pescara; è molto probabile – come anticipato da La Repubblica e il Centro – che il boss venga rinchiuso nel carcere dell’Aquila; struttura di massima sicurezza che ha già ospitato personaggi di alto spessore criminale e che è vicina ad un centro oncologico. Secondo quanto si è appreso, autorità ed istituzioni del luogo sarebbero state già allertate.
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