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Piemonte, vaccinazione di soggetti fragili non nelle liste ministeriali

Pubblicato il 17 Aprile, 2021

Il Piemonte è al lavoro per portare avanti il più in fretta possibile la campagna vaccinale, arrivando a maggio alla cifra target di 40mila somministrazioni al giorno. Con l’apertura di nuovi hub vaccinali, gli ultimi durante la visita del Generale Figliulo, si dovrebbe riuscire a dare un’ulteriore spinta ad una campagna che vede il Piemonte con una già ragguardevole media di circa 26 mila dosi inoculate al giorno.

Proprio per questo, un gruppo di lavoro per la valutazione medico-legale dei casi di fragilità non compresi nell’elenco ministeriale delle categorie con priorità vaccinale è stato costituito nell’ambito del Comitato tecnico scientifico dell’Unità di crisi della Regione Piemonte.

«L’obiettivo – spiega l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – è di autorizzare la vaccinazione di quelle persone che pur manifestando condizioni di salute di estrema gravità, non risultano formalmente appartenere a nessuna delle categorie con priorità previste dal Ministero. Si tratta purtroppo di casi di una certa frequenza, su cui i medici di medicina generale vengono a trovarsi in difficoltà, in quanto non supportati da oggettivi riscontri giuridici che li sollevino da responsabilità nel caso di eventuali vaccinazioni che potrebbero essere considerate “arbitrarie”, vale a dire al di fuori delle categorie indicate dai decreti nazionali».

Da ora in poi, quindi, i casi considerati “dubbi” verranno segnalati dai medici di medicina generale al commissario straordinario dell’Area giuridico legale dell’Unità di crisi, Antonio Rinaudo, il quale li sottoporrà, a seconda delle patologie evidenziate, al Gruppo del Comitato tecnico scientifico competente, che, a stretto giro, si esprimerà sulla legittimità della vaccinazione, autorizzandone o meno l’esecuzione.

«Il caso della donna di Cuneo che vive con due terzi di un solo polmone, ma che non rientra nella categoria delle persone estremamente fragili – rileva Antonio Rinaudo -, è emblematico della necessità di dover operare velocemente per risolvere situazioni palesemente critiche. Attraverso il Comitato tecnico scientifico siamo intervenuti immediatamente per dare la giusta interpretazione e la giusta collocazione alla patologia di cui è portatrice la signora, garantendole un’immediata vaccinazione che non avrebbe potuto avere luogo se si fosse seguito rigidamente il protocollo sanitario indicato nella Tabella 1 della categoria 2 delle Raccomandazioni ad interim del Ministero della Salute».

«In questo modo – aggiunge l’assessore Icardi – superiamo un limite burocratico che paradossalmente rischiava di penalizzare molte persone in condizioni critiche che non vedevano riconosciuta la loro priorità nella vaccinazione, soltanto perché non si riusciva a dimostrarne sulla carta l’effettiva fragilità».

Con questa vaccinazione di soggetti fragili, il Piemonte fa un ulteriore passo verso la riapertura.

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