Nulla di rilevante, se non fosse che il leader dei No Green Pass è stato punito col Daspo e, quindi, non può partecipare, visto che deve rispettare il divieto di soggiorno della durata di un anno che gli è stato notificato lo scorso novembre dopo un manifestazione in Piazza del Popolo.
Ma a Puzzer non importa. Del Daspo se ne infischia: “Nessuno deve fare la chiamata perché qui ci stanno prendendo in giro, l’obiettivo del Green Pass dall’inizio non era nulla di sanitario, era solo una cosa economica e politica per controllare le persone. Io ho parlato chiaro con mia moglie, aspetto la sentenza, ma non aspetto che sia positiva. Il Daspo di Roma dovrebbe arrivare entro venerdì, al massimo martedì. Ma che sia positiva o negativa io ci vado lo stesso. Che mi arrestino, non me ne frega niente. Io sono stufo di stare qui a sperare che cada la mela dall’albero“.
“Adesso – conclude – come si diceva una volta, chi mi ama mi segua. Ma dovrebbe dirlo ogni italiano che si sente discriminato. Perché anche uno che sta lavorando con un Green Pass da malattia comunque dovrebbe sentirsi discriminato, perché quando gli scadrà sarà di nuovo discriminato. Penso che chiunque abbia iniziato questa lotta sia pronto a fare un ultimo sforzo per farsi sentire. Senza altri fini politici, perché come ho sempre detto adesso stiamo iniziando a scremare chi ha cavalcato l’onda per i propri fini”.
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