Ha deciso di incatenarsi al Cedir di Reggio Calabria per chiedere giustizia. Stiamo parlando dell’imprenditore reggino Gregorio Francesco Quattrone, arrestato nel 2010 con l’accusa di associazione a delinquere e scarcerato 20 giorni dopo per l’assenza di indizi.
L’imprenditore, proprietario di diversi locali in città, denuncia il fatto di essere rimasto con 372 euro in tasca dopo il sequestro di tutti i suoi beni. Dopo i tre gradi di giudizio, Quattrone è stato assolto ma tutt’ora è rimasto senza nulla in mano. A Roma è stata inoltre rigettata la sua richiesta di restituzione dei beni, non avendo la possibilità di pagare avvocati. Adesso ciò che chiede l’uomo è la restituzione del frutto dei suoi 50 anni di lavoro.
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