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Iaia (FdI): “Emiliano restituisca a Taranto i 193 milioni per la Regionale 8”

Pubblicato il 3 Gennaio, 2022

Scrive il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Dario Iaia- “l’opera potrebbe andare in gara, ma ciò non è ancora possibile in quanto non ci sono le risorse economiche, i 193 milioni di euro, che servono per finanziarla e che sono stati sottratti dalla giunta Emiliano nel settembre del 2020, in piena campagna elettorale, con la finta motivazione della pandemia e degli aiuti alle aziende. “

Finalmente, buone notizie sul fronte della Regionale 8. Dopo il Paur, arriva anche l’autorizzazione paesaggistica. Ora -scrive il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Dario Iaia- l’opera potrebbe andare in gara, ma ciò non è ancora possibile in quanto non ci sono le risorse economiche, i 193 milioni di euro, che servono per finanziarla e che sono stati sottratti dalla giunta Emiliano nel settembre del 2020, in piena campagna elettorale, con la finta motivazione della pandemia e degli aiuti alle aziende.

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FONTE


Dopo le autorizzazioni, quei fondi, in tempi rapidi, devono essere riportati lì dove erano in quanto sono fondi che appartengono alla nostra Provincia. Non ci sono scuse che tengano. Eppure -prosegue Iaia- colpiscono le dichiarazioni di qualche consigliere regionale di maggioranza che, dimenticando di sostenere questo governo regionale che si ricorda di Taranto solo come scorta di poltrone per gli amici, evidenzia che occorre tenere i riflettori puntati su questa opera.
Certamente. Siamo d’accordo, ma ricordi soprattutto al presidente Emiliano che è necessario riappostare le somme che servono per finanziare quest’opera fondamentale per lo sviluppo del nostro territorio.”

“Capisco che qualche consigliere regionale per giustificare la propria esistenza sia interessato a confondere le acque e non far comprendere al cittadino la paternità delle responsabilità delle azioni di governo, ma la democrazia -chiude Iaia- non funziona quando la maggioranza si camuffa da opposizione e cerca di confondere le acque. In questo modo, non si fa altro che alimentare il qualunquismo che non può che danneggiare la vita e la partecipazione democratica.”

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