Rete sul “Dark web” di propaganda Isis: scoperti manuali di combattimento

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Nonostante la guerra tra Russia e Ucraina vada avanti, l’Isis continua a fare sentire la sua minaccia attraverso una propaganda sul web che è stata scoperta da Polizia e Carabinieri nell’ambito di un’operazione disposta dalla Procura di Roma per associazione con finalità di terrorismo internazionale.

L’operazione iniziata più di un anno fa

L’operazione ha coinvolto ben 29 persone e le indagini sono iniziate più di un anno fa grazie alla segnalazione, fatta propria dalla Polizia attraverso il Federal Bureau Investigation degli Stati Uniti. Così è stato scoperto un sito di propaganda Isis facente parte del dark web al quale potevano accedere tutti gli utenti di internet. Le perquisizioni hanno interessato le città di Roma, Milano, Torino, Ancona, Bergamo, Padova, Verona, Rovigo, Vercelli, Bologna, Cesena, Rimini, Latina, Arezzo, Foggia, Reggio Calabria, Ragusa, Trapani e Caltanissetta. Nello specifico sono stati sequestrati numerosi device e materiale informatico, sul quale stanno andando avanti gli accertamenti delle rispettive Digos e dei Ros.

Gli utenti individuati

All’interno di questo sito erano presenti anche manuali di combattimento e autoaddestramento e gli agenti hanno scoperto un elenco di circa 2mila indirizzi IP riconducibili ai diversi visitatori che avevano scaricato il materiale di propaganda. L’analisi dei dati tecnici acquisiti dalla compagnie telefoniche ha permesso anche di individuare utenti reali presenti in Italia nei confronti dei quali sono stati portati avanti ulteriori accertamenti sul posto da parte delle articolazioni territoriali del Ros dell’Arma dei Carabinieri e delle Digos. Nello specifico sono stati scoperti titolari di profili social nei quali erano presenti contenuti estremisti o con “indicatori” di radicalizzazione.

Il materiale nello specifico

La rimozione dalla Rete del sito non ha impedito di ricostruire i contenuti della webpage, ovvero video e foto di propaganda dell’organizzazione terroristica dello stato islamico della rivista Al Naba, i comunicati stampa dell’agenzia Amaq, gli audio della casa mediatica Al Furqan e della radio di IS Al Bayan, i manuali di combattimento e i file storiografici sul Califfato. (Immagine di repertorio)

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Giuliano Spina

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