“Subito un tavolo nazionale per affrontare con decisione la vertenza Riello”. È la richiesta che l’assessore regionale alle Politiche del Lavoro, Pietro Quaresimale, ha inviato ai ministri dello Sviluppo economico e del Lavoro dopo l’annuncio dell’azienda di voler chiudere lo stabilimento di Cepagatti, che occupa 71 addetti.
“Ci opporremo con forza a qualsiasi soluzione di delocalizzazione dello stabilimento di Cepagatti – ha aggiunto l’assessore – perché questa soluzione penalizza solo i lavoratori abruzzesi, che in tutti questi anni di attività hanno mostrato serietà e professionalità portando gli indici di produttività del sito industriale a livelli ottimali. E’ il caso di sottolineare – scrive l’assessore ai ministri dello Sviluppo economico e del Lavoro – che durante un colloquio informale che ho avuto nei giorni scorsi con i vertici della Riello la decisione della chiusura dello stabilimento di Cepagatti non sia legata a problematiche di carattere finanziario/produttivo dello stabilimento stesso, ma ad un nuovo assetto produttivo e organizzativo del Gruppo.
Questa decisione va a colpire i lavoratori di uno stabilimento modello, che si è contraddistinto per indici di produttività all’interno dell’organizzazione industriale del Gruppo”. Secondo quanto illustrato dai vertici Riello all’assessore Quaresimale la chiusura dello stabilimento di Cepagatti, dove la Società produce e commercializza caldaie modulari a combustibile tradizionale e scambiatori di calore ed acciaio, è dovuta, a detta della stessa, alle strutture produttive fortemente impattate dalle modifiche normative e tecnologiche, con il conseguente trasferimento della produzione negli stabilimenti di Legnago (Verona), Volpago del Montello (Treviso) ed esteri (Torun in Polonia).
“Nel corso dell’incontro – ha sottolineato Quaresimale – ho ribadito ai rappresentanti della società la massima contrarietà alla chiusura dello stabilimento di Cepagatti, invitandoli a rivedere le proprie strategie aziendali, anche rispetto ad una responsabilità sociale verso un territorio e una regione dove hanno operato per tanti anni e nei confronti dei tanti lavoratori, che, alla pari degli altri stabilimenti produttivi, hanno sicuramente contribuito alla crescita economica e finanziaria dell’intero gruppo Riello”. Da qui la decisione di chiedere un intervento, “senza indugi”, dei Ministri in modo da trovare, insieme con la Regione Abruzzo, le istituzioni locali e i sindacati, “ogni utile soluzione per evitare la chiusura dello stabilimento di Cepagatti“.
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