RIGASSIFICATORE: DUE MESI DI SILENZIO DA PARTE DEL GOVERNO

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Continua il silenzio del Governo sull’ipotesi di installazione del rigassificatore a Piombino e le poche informazioni che si registrano arrivano solo da indiscrezioni giornalistiche.

I ministri che principalmente gestiscono questa vicenda, il ministro dello Sviluppo Economico leghista Giorgetti e il ministro della transizione ecologica Cingolani hanno assunto nei confronti della città un atteggiamento di totale disinteresse.

A nulla, lo avevamo detto, è servita la chiacchierata del Sindaco di Piombino con Cingolani, se non a qualche foto e post su Facebook. E a nulla è servita anche la visita della delegazione leghista di questi giorni a Roma.

Nessuno dei due ministri (Giorgetti appartiene alla forza politica che esprime più consiglieri comunali nella maggioranza di Piombino), infatti, si è mai presentato in città, quantomeno per vedere il porto nel quale il rigassificatore dovrebbe essere installato e magari per assumere iniziative di informazione verso la cittadinanza, per spiegare il progetto e per rassicurare chi esprime giuste e legittime preoccupazioni.

Anche le imposizioni, come si prefigurerebbe questa del rigassificatore, avrebbero bisogno di un ruolo di governo per un’operazione certamente importante per il Paese ma che, a Piombino, impatterebbe su un territorio già gravato da problemi ambientali significativi che da anni chiedono impegni precisi da parte dello Stato.

Impegni costantemente siglati e poi disattesi.

In compenso, da quello che si legge, il governo avrebbe deciso di andare avanti in tempi rapidissimi affidando la partita dei rigassificatori a un commissario, slegato dalle istituzioni territoriali, e che avrà poteri pressoché assoluti, compreso quello di derogare a procedure per noi irrinunciabili, come la Valutazione di Impatto Ambientale.

Non si comprende perchè i poteri commissariali siano oggi così importanti per il rigassificatore e non lo siano stati nei mesi e negli anni scorsi per affrontare la bonifica del SIN di Piombino e perchè il ministro Giorgetti, il cui intervento è stato più volte sollecitato in merito alla crisi della siderurgia, non abbia mostrato per la città lo stesso interesse che oggi mette per il rigassificatore.

Il silenzio fa sempre più pensare che, per questi due ministri, l’installazione del rigassificatore non sarebbe in alcun modo legata a un interesse nuovo e concreto del Governo per Piombino e per le sue tante criticità.

Se così fosse, per noi sarebbe impossibile avallare l’azione di un Governo che si ricorda della città solo per promuovere operazioni impopolari e mai per sostenerla nel suo tentativo di risollevarsi da una crisi ormai lunghissima.

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Barbara Noferi

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