Rimateria: Affrontare subito l’emergenza occupazionale

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ART.1  – TOSCANA

Sez. PIOMBINO, FEDERAZIONE LIVORNO

Comunicato su Situazione Rimateria: Affrontare subito l’emergenza occupazionale;  Costituzione di un’ Agenzia Regionale per l’Economia Circolare per i Rifiuti e le Bonifiche con compiti operativi  

L’azienda Rimateria era lo strumento strategico per il risanamento e sviluppo del territorio della Val di Cornia e chi afferma che il suo fallimento fosse inevitabile continua nella mistificazione cui ci hanno abituato i due anni di ininterrotta propaganda elettorale del sindaco e gli amministratori attuali di Piombino, che hanno agito per chiudere Rimateria e impedire a questa società a partecipazione pubblica di continuare a svolgere la sua missione.                                                                             

Oltre alla realizzazione delle bonifiche, a cominciare da Città Futura e alla messa in sicurezza idraulica dell’area industriale, il fallimento mette in discussione anche la bonifica dell’area della dismessa centrale ENEL e il primo lotto del completamento della strada 398, dallo svincolo della strada Geodetica al Gagno, infrastruttura fondamentale per Piombino, il porto e l’area industriale.                                

Sei mesi fa Sales, aggiudicataria dei lavori di realizzazione della bretella “Geodetica-Gagno”, e l’azienda che si occupa della bonifica dell’area Enel hanno inviato a Rimateria la richiesta di preventivi per il conferimento dei rifiuti. Il sindaco cosa ha risposto a queste imprese? Che indirizzo ha dato al Presidente da lui nominato, che cosa ha riferito alla regione di queste vere e proprie opportunità di attività lavorative così necessarie al futuro dell’azienda? Solo altri mesi di silenzio e il vuoto di indirizzi di governo di Rimateria e del territorio. Ma oltre al sindaco  Ferrari, certo anche altri erano conoscenza di queste opportunità, a partire dalle autorità regionali da tempo impegnate nella vicenda e che invece hanno stretto nella morsa di nuove prescrizioni stringenti l’azienda e tagliato così il tempo utile a far maturare nei soci privati di Rimateria la disponibilità di messa a disposizione dei nuovi capitali necessari ad evitare il fallimento. Oggi, anche per l’indagine avviata dalla Guardia di Finanza, si indugia ancora sulla ricerca delle responsabilità, del passato remoto e di quello più recente, non si parla mai di quelle di questi due anni. Ma ai lavoratori di Rimateria, a rischio di perdere tutto, il lavoro, la possibilità di vivere e mantenere le proprie famiglie, oggi più che delle indagini che andranno avanti per anni, interessa che finalmente le istituzioni e le forze politiche si prendano davvero in carico la soluzione dei loro problemi e quelli del futuro di una azienda che era, come hanno sempre ribadito, non il problema ma la soluzione per la città.                                                                                           

Oggi, nell’esprimere la piena solidarietà di Art.1 a quanti hanno lavorato, a partire dal Piano Industriale del 2015 con coraggio e visione strategica per  per risanare i debiti accumulati nel passato, per mettere in sicurezza la discarica e  prepararsi al lavoro delle bonifiche delle aree industriali, sentiamo l’urgenza delle risposte da dare ai lavoratori di Rimateria, in ferie forzate e senza ammortizzatori sociali, su cui pende il rischio di un definitivo licenziamento.                                                                              

Le normative nazionali già  prevedono il loro possibile assorbimento da parte di altre società e/o aziende a partecipazione pubblica come Rimateria: riteniamo quindi urgente l’avvio del tavolo di crisi da parte della Regione per iniziare fin da  subito le procedure necessarie a salvaguardia dei lavoratori di Rimateri, così come già richiesto dalle organizzazioni sindacali confederali e dalle rappresentaze sindacali aziendali.             Ma chiediamo di più: la RegioneToscana, che è chiamata  a gestire con le autorità locali l’emergenza occupazionale ai tavoli di crisi ed anche la gestione commissariale per la messa in sicurezza dell’impianto dell’impianto che gli compete per legge, oggi ha il dovere di mettere  in campo una iniziativa innovativa e coraggiosa, un cambio di passo sulla politica regionale sui rifiuti, tutti i rifiuti, urbani e speciali, e in tempi rapidissimi.                                                                                                                 

Proponiamo dunque la costituzione di una Agenzia Regionale per l’Economia Circolare per i Rifiuti e le Bonifiche.                                                                         

La nostra regione, attualmente senza un Piano dei Rifiuti aggiornato e adeguato ai cambiamenti di questi ultimi anni, rischia di continuare a viaggiare a vista su un settore sensibile per la vita dei territori e strategico per la stessa ripresa economica e produttiva di intere aree industriali della Toscana.                                    

Aree industriali come quella di Piombino che aspettano da anni l’uso dei finanziamenti previsti, vedi i famosi 50 milioni di Invitalia, che ora devono essere richiesti e resi operativi. Così come, per il settore rifiuti, la regione è chiamata a chiedere con determinazione il sostegno dei fondi del PNNR.  E se non ora, di fronte alle emergenze di questo territorio e di tutta la regione, ci chiediamo e chiediamo: quando?                    
 Si parta dunque dall’uso di questi e di altri finanziamenti già stanziati per Piombino, si richieda al Ministero dell’Ambiente e al Mise che la Veertenza Piombino si allarghi dai tavoli per la Crisi della Siderurgia anche a quello della gestione dei Rifiuti e delle Bonifiche.

Per cominciare, come Regione Toscana, ad operare concretamente nel settore, anche con la gestione di impianti secondo l’interesse pubblico, avviare azioni per l’economia circolare da rifiuti urbani, speciali, derivanti da ttività industriali pregresse o in corso. Bisogna essere pronti a far ripartire una progetto strategico di governo pubblico, che riconosca il valore economico e ambientale del settore dei rifiuti, dopo questi anni di retorica sui “rifiuti zero”, che ha paralizzato la politica e frenato  lo sviluppo di quella specifica politica industriale di settore che in altri paesi del mondo invece produce valore aggiunto, occupazione e risanamento ambientale, insieme a innovazione tecnologica e produttiva industriale. Portiamo questa proposta ai tavoli del Presidente e della maggioranza della Regione Toscana, nella convinzione che stare oggi al fianco dei lavoratori di Rimateria richieda nuovi strumenti e che l’economia circolare non è l’utopia da sognare ma il terreno di concreti interessi economici, che non possono essere regalati per due spiccioli di euro al privato di turno, come appare sempre più chiaro possa accadere per Rimateria, e che invece le istituzioni pubbliche hanno il dovere di presidiare con atti concreti.                                      

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Barbara Noferi

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