Pubblicato il 25 Novembre, 2022
“Grazie Bobo”. Con questa scritta su uno striscione affisso fuori dalla storica sede della Lega di Varese, in piazza Podestà, il partito e i militanti hanno voluto salutare e ringraziare Roberto Maroni nel giorno dell’ultimo saluto nella sua città.
A Varese oggi è lutto cittadino e sono esposte le bandiere a mezz’asta.
Il feretro di Roberto Maroni è stato accolto nella basilica di San Vittore, dove si sono svolti i funerali di Stato.
Le immagini dei funerali di Stato per Roberto #Maroni a #Varese, gli applausi dei cittadini accompagnano il feretro pic.twitter.com/dINWdY1hPa
— askanews (@askanews_ita) November 25, 2022
Ad accompagnare la bara di legno chiaro, con un cuscino di fiori bianco diversi applausi che sono proseguiti anche nella chiesa.
Dietro il feretro la famiglia.
La premier Giorgia Meloni, arrivata insieme con il presidente del Senato Ignazio La Russa, è stata accolta da un applauso.
In chiesa anche i due vice premier Matteo Salvini e Antonio Tajani.
Presenti alle esequie anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e diversi ministri. I tre governatori leghisti, Massimiliano Fedriga, Attilio Fontana e Luca Zaia sono entrati insieme in chiesa.
“Per me Roberto Maroni era un amico e molto anche un confidente, una persona di cui ci si poteva fidare. Quando c’erano cose delicate e volevi confrontarti con qualcuno, con lui eri sicuro che non sarebbero uscite dalla stanza. Era quel tipo di persona che mancherà per questo”,
ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, arrivando ai funerali di Stato di Roberto Maroni.
“A volte è molto meglio il confronto con qualcuno che non è della tua parte politica e non ti dà necessariamente ragione – ha aggiunto – Maroni ha rappresentato uno stile che oggi, anche in generale nella politica, non vediamo più, quello stile dialogante che dovrebbe caratterizzate tutti. Da alcuni mesi avevo smesso di disturbarlo al telefono ma ci siamo scritti messaggi fino alla settimana scorsa”.
Sala ha poi ricordato anche il contributo dato da Maroni alla candidatura di Milano alle Olimpiadi invernali del 2026.
“Era molto visionario. Aveva una capacità di guardare molto avanti nei tempi, che mancherà. Le Olimpiadi le abbiamo portate a casa anche grazie a lui – ha concluso – Ma soprattutto in lui c’era una incrollabile fiducia sul fatto che lo si potesse fare e che si potevano fare le cose con coraggio. Era un uomo molto coraggioso”.
“Credo che Roberto Maroni fosse davvero una persona perbene e anche un interlocutore molto piacevole. Un avversario leale, quindi credo che la Lombardia abbia perso una persona seria”, così il candidato alla presidenza della Regione Lombardia del centrosinistra Pierfrancesco Majorino.
“Qui a Varese ho sentito dire spesso in questi giorni, Era uno di noi. È bello quando un politico riesce a farsi percepire così come uno di noi”.
Con queste parole il vescovo ausiliare di Milano Giuseppe Vegezzi ha ricordato Roberto Maroni nell’omelia.
“Le sue origini umili non le ha mai rinnegate e le ha sempre vissute con normalità, soprattutto quando tornava a Lozza dove era non il ministro ma il marito di Emilia e il padre di Chelo, Fabrizio e Filippo – ha aggiunto -. È bello pensarlo che sta cantando anche per noi”.
Il vescovo ha ricordato la sua passione per la musica nella band Distretto51, e quando suonava ai matrimoni in chiesa. Passione espressa fino all’ultimo anche sui social, così come dimostra l’ultimo post fissato in alto su Twitter lo scorso 18 ottobre.
Happy Birthday CHUCK BERRY !!!
😁🍾🎂🥂🎵❤️🖤❌#JohnnyBeGood#YouNeverCanTell#LetTwistAgain#SweetLittleSixteen#BeautifulDeliah#RollOverBeethoven#GoJohnnyGo#RokingOnTheRailroad#BackInTheUsa#TuttiFrutti#GuitarJam pic.twitter.com/ZdMTd4Chr4— Roberto Maroni (@RobertoMaroni_) October 18, 2022
“Aveva uno stile capace di ascoltare e capire tutti – ha concluso – e ha sempre inteso l’impegno politico come servizio per il bene dei cittadini. Un uomo sempre pronto per dialogare e mai teso a distruggere”.
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