In pochi minuti “La bancarella del professore”, storico banco di libri usati in Piazzale Flaminio divorata dalle fiamme.
L’uomo, un 41enne, hanno accertato i carabinieri della Capitale, prendeva di mira bar, ristoranti, cassonetti soprattutto nel centro di Roma.
Proprio la notte del rogo di quel pezzo della cultura romana si erano verificati altri incendi tra Ponte Milvio e Piazzale Flaminio ai danni di cassonetti di rifiuti, arredi esterni di esercizi commerciali (ristoranti “Lo Sgobbone”, “Il Vignola” e bar “Mio Caffè”) e infine ai danni della storica bancarella.
Per questo i carabinieri hanno istituito una task force con l’obiettivo di mettere insieme gli elementi raccolti nei vari incendi ed avere così un quadro più unitario dei vari roghi che erano succeduti.
Mediante l’analisi dei filmati dei sistemi di sorveglianza, servizi di osservazione e controlli del territorio, i militari hanno individuato un senza fissa dimora, con precedenti specifici.
Le indagini hanno accertato anche che l’uomo è stato l’autore di un incendio appiccato il 27 giugno a diversi cassonetti AMA. Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo, chiesto dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo, e, considerata la pericolosità, l’uomo ora si trova nel carcere di Civitavecchia.
Sempre nella Capitale ieri è stato arrestato un altro piromane che aveva contribuito all’estate di fuoco e danni a Roma, è accusato di essere il responsabile dell’incendio in via della Magliana dell’ 8 agosto, che coinvolse il canile municipale e la stazione ferroviaria.
“Ringrazio tutti i romani e tutte le persone che da ogni parte d’Italia hanno espresso solidarietà e hanno voluto dare aiuti concreti donando libri e permettendo che la bancarella riaprisse a pochi giorni dall’incendio”, ha dichiarato ad Agenzia Nova Alberto Maccaroni, conosciuto come “Il Professore”.
“In tre abbiamo sgomberato tutti i libri bruciati o rovinati dalle fiamme -continua-, e tutta la scaffalatura sostituendola con altra scaffalatura”. I libri, invece, nuovamente esposti, sono il frutto “della generosità della gente – ha detto – Una grande sensibilità del popolo romano e anche di altre città. Pacchi di libri sono arrivati da Torino e Milano. Una risposta importante dovuta probabilmente al fatto che la cultura bruciata sulla bancarella ha fatto pensare a Giordano Brun””. Tra i 6mila libri distrutti c’era “una fornita parte scientifica e storica. Purtroppo è andato tutto perduto”.
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