Pubblicato il 8 Ottobre 2024
Lo scorso agosto l’inviata Rai Stefania Battistini e il cameraman Simone Traini filmarono e documentarono l’invasione delle truppe ucraine nella regione russa del Kursk, irritando notevolmente la Russia che annunciò un provvedimento contro i giornalisti che avevano sconfinato. La Rai fece dunque rientrare frettolosamente i due inviati per evitare guai peggiori. Com’era prevedibile è arrivata la reazione della Russia, che ha inviato un mandato d’arresto contro i due giornalisti, rei di aver oltrepassato illegalmente il confine russo a bordo di mezzi di forze armate ucraine fino alla città di Soudzha, a 10 chilometri dal confine e al momento in mano all’esercito russo.
Il mandato d’arresto contro Battistini e Traini
Il mandato d’arresto dei due giornalisti è stato scritto dal tribunale in un comunicato su Telegram, poi ripreso dall’agenzia di stampa Interfax. La Battistini e Traini sono accusati di essere entrati, insieme ad altre persone non identificate, illegalmente nel territorio russo con l’obiettivo di filmare l’invasione della città di Sudzha, nella regione del Kursk, da parte di carri armati, artiglieria, mezzi leggeri e veicoli blindati ucraini il 6 agosto 2024.
Da allora i due giornalisti sono finiti nella lista nera di Putin e il giudice ha ordinato la custodia cautelare per entrambi. “Saranno posti in custodia – ha scritto il tribunale – il giorno in cui verranno arrestati in territorio russo o estradati in Russia, prima di un eventuale processo”. La Battistini e Traini rischiano una pena fino a 5 anni di carcere e, dopo di loro, anche il reporter Davide Maria De Luca è stato inserito nella lista dei ricercati.
La secca replica di Tajani
Secca e immediata la replica di Tajani, ministro degli Esteri, che su X ha definito il mandato d’arresto contro i due giornalisti un’ulteriore forma di persecuzione nei confronti della libertà di stampa, per poi aggiungere che il governo italiano sarà sempre schierato a difesa del diritto di un’informazione indipendente.
Dura anche la reazione del sindacato Usigrai, che ha chiesto al governo di prendere una posizione netta contro quella che giudicano a tutti gli effetti una provocazione inaccettabile, nonché un’intimidazione contro i giornalisti italiani. L’Usigrai nella sua nota ha rinnovato la solidarietà ai due giornalisti, augurandosi che l’ambasciatore della Federazione russa in Italia venga convocato quanto prima per chiarire la posizione dell’Italia a tutela del lavoro giornalistico e della libertà di informazione.

