E’ aumentato a circa 400 il numero di sacerdoti della Chiesa ucraina sotto la giurisdizione del Patriarcato di Mosca che si appellano collettivamente al Consiglio dei Primati delle Chiese Antiche Orientali (la più alta corte dell’ortodossia mondiale) contro il patriarca di Mosca Kirill, citandolo in giudizio.
I 400 sacerdoti, scrive Ortodox Times, sostengono che Kirill predica la dottrina del “mondo russo”, che si discosta dall’insegnamento ortodosso e andrebbe condannata come eresia. E addebitano a Kirill crimini morali nel benedire la guerra contro l’Ucraina e sostenere pienamente le azioni aggressive delle truppe russe sul suolo ucraino.
Il clero spera che il Consiglio dei Primati consideri il loro appello e prenda la decisione giusta.
I sacerdoti ritengono, inoltre, che le attività del patriarca di Mosca rappresentino una minaccia per l’ortodossia ecumenica.
Gli autori del testo invitano il Consiglio a “esaminare le dichiarazioni pubbliche di Kirill sulla guerra contro l’Ucraina, a valutarle alla luce delle Sacre Scritture e della Sacra Tradizione della Chiesa”, e di privare Kirill del diritto del trono patriarcale.
“I sacerdoti rimasti nei territori occupati parlano di essere stati chiamati nelle filiali Fsb locali (l’ex Kgb, ndr) e costretti a firmare l’impegno di non opporsi al patriarca Kirill. Ecco come si violenta la Chiesa di Dio. Come si fa a dormire lì a Mosca patriota? Continuerete a stare in silenzio?”, denuncia padre Andriy Pinchuk, che allega un’eloquente vignetta dell’artista Maksym Palenko.
“La tragedia che si sta svolgendo oggi in Ucraina è anche il risultato della politica perseguita dal patriarca Kirill durante il suo incarico di capo della Chiesa russa. Ovviamente, questa è già una sfida per l’intero mondo ortodosso”, continua il sacerdote che ha pure caricato il testo dell’appello e i nomi dei suoi firmatari sul suo account Facebook personale.
Allo stesso tempo, nel mondo ecumenico, si intensificano le pressioni sul Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) nei confronti del patriarca di Mosca, anche per espellere la Chiesa ortodossa russa dal Concilio.
Il segretario generale del Cec, il rev. Ioan Sauca, della Chiesa rumena, ha però finora congelato la proposta di espellere la Chiesa ortodossa russa, sostenendo che ciò si discosterebbe dalla missione storica del Cec di rafforzare il dialogo universale, rinviando tuttavia la competenza e la decisione al Comitato centrale in calendario a giugno.
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