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Rischio salmonella: il Ministero della Salute richiama altri prodotti Ferrero Kinder

Pubblicato il 13 Aprile, 2022

“Se avete acquistato il prodotto non consumatelo”, l’avvertenza è eloquente, così come il motivo del richiamo”.

Il Ministero della Salute, con un avviso pubblicato sul proprio sito internet lo scorso 8 aprile, ha fatto sapere che sono stati ritirati dal mercato italiano Kinder Sorpresa Maxi “Puffi” e “Miraculous” per rischio salmonella come era già successo pochi giorni prima per i Kinder Schoko-Bons. LEGGI ANCHE: RISCHIO SALMONELLA: FERRERO RITIRA GLI OVETTI KINDER ANCHE IN ITALIA

Il ritiro del prodotto, realizzato da Ferrero Ardennes S.A. nello stabilimento Rue Pietro Ferrero ad Arlon, in Belgio, riguarda tutti i lotti di produzione fino L098L, così come si legge sul documento, in cui si precisa anche di contattare “il Servizio Consumatori Ferrero 800 90 96 90” e che ci si sta riferendo ai lotti col termine di conservazione “tutte le date fino al 21 agosto 2022”.

Il richiamo è stato esteso anche ai Kinder Sorpresa T6 “Pulcini”, appartenenti a tutti i lotti fino L098L e tutti i termini minimi di conservazione fino al 21/08/2022.

I ritiri sono stati pubblicati anche dai supermercati Bennet, Gros Cidac, Lidl, Penny Market, Unes, Carrefour, Sigma.

L’azienda in un comunicato ha precisato che i formati delle uova di Pasqua Kinder GranSorpresa venduti sul mercato italiano non sono coinvolti dal dal richiamo, perché prodotti in Italia ad Alba (in Italia).

In Italia di recente erano stati già ritirati alcuni prodotti Kinder, gli Schoko-Bons che arrivavano dallo stabilimento di Arlon, Belgio, che è stato chiuso l’8 aprile dopo che erano stati segnalati casi di salmonella in Paesi del Nord Europa oltre che in Irlanda e in Inghilterra, da dove è partita l’allerta: secondo quanto riporta la Bbc qui sono stati registrati 63 casi di salmonellosi, la maggior parte dei quali si è verificata in bambini di età inferiore ai sei anni.

“Ferrero riconosce che ci siano state inefficienze interne che hanno creato ritardi nei richiami e nella condivisione delle informazioni. Questo ha impattato sulla rapidità e efficacia delle indagini”, era stato il commento dell’azienda. Lo stabilimento riaprirà una volta che verrà certificato dalle autorità.

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