Serve un grande fronte per costruire una diga contro le infiltrazioni della camorra

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Serve un grande fronte per contrastare la camorra.

Ecco perchè l’Arci Caserta, l’ Associazione Nero e non solo! La Cooperativa Sociale Apeiron, la Cooperativa Sociale Terra Felix e la Cooperativa Sociale Terra Verde hanno deciso di fare un appello per quanto riguarda il riutilizzo dei beni confiscati.

E la domanda che si pongono a proposito di questi beni è: cosa sta accadendo e cosa accadrà in Provincia di Caserta?

Consorzio Agrorinasce

Il Consiglio Comunale di Santa Maria la Fossa ha deciso di uscire dal Consorzio Agrorinasce, un ente che a partire dall’ottobre 1998 riunisce diversi Comuni per cercare di gestire questo patrimonio dal grande valore sociale, economico e simbolico ma anche dalle grandissime difficoltà gestionali.

Alcuni di quei beni sono nella disponibilità di Agrorinasce, altri invece sono stati affidati dallo stesso consorzio, come previsto dalla Normativa, ad enti del privato sociale tramite procedura ad evidenza pubblica.

Ora questi assegnatari, sono presi alla sprovvista da questa decisione del Consiglio Comunale che lascia diverse questioni aperte.

“Ci è chiaro che la scelta è motivata da un parere legale – spiega la coalizione di associazioni e cooperative – relativo alla modalità di adesione e non abbiamo dubbi sulla validità dello stesso: ma questo ci sembra essere un aspetto formale sicuramente risolvibile in altro modo”.

Cosa succederà alle convenzioni?

Qual è la volontà dell’Amministrazione per il futuro dei beni confiscati sul proprio territorio già affidati agli Enti del Terzo Settore?

Cosa succederà alle convenzioni che le organizzazioni come le Associazioni Nero e non solo! e Arci Caserta e le Cooperative Sociali Apeiron, Terra Felix e Terra Verde  che attualmente gestiscono i beni confiscati nel territorio di Santa Maria la Fossa, hanno stipulato?

Che fine faranno tutti i progetti che si stanno realizzando e che si dovranno realizzare sul territorio comunale?

Cosa sarà dei fondi propri e di enti sovventori, pubblici e privati, che queste organizzazioni hanno investito nella gestione dei beni ad esse assegnati?

Gli eventi recenti, purtroppo, dimostrano che la lotta per il riscatto di questi territori non è vinta; nei mesi estivi ci sono stati l’incendio degli ettari di grano in località Abbate e Scarrupata, l’incendio alla “Balzana”, lo sversamento di rifiuti ed il sequestro giudiziario dell’aria in località Meta; tutti beni confiscati.

Organizzazioni del terzo settore

Le organizzazioni del Terzo Settore sono una componente fondamentale per il riscatto sociale e culturale di Terra di lavoro e devono essere considerate come tali negli indispensabili luoghi istituzionali di confronto e decisione, che purtroppo non sempre vengono attivati. Serve, a supporto, una Pubblica Amministrazione che impieghi risorse, professionalità e manifesti costantemente la chiara volontà di sostenere chi realizza il riuso sociale dei beni confiscati.

La situazione attuale aggravata dalla pandemia ci impone il confronto fra tutte le realtà che in Terra di Lavoro in questi anni si sono impegnate per promuovere la cultura della legalità democratica.

“Noi crediamo che solo un grande fronte – questo è quanto credono le associazioni e le cooperative – che metta insieme istituzioni, enti pubblici, organizzazioni sociali e cittadini possa affrontare percorsi importanti come quello della valorizzazione, promozione e riuso dei beni confiscati, costruire una diga contro le infiltrazioni della Camorra e promuovere lo sviluppo economico e sociale delle comunità”.

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Giovanna Giaquinto

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