In Sicilia si celebra il funerale dei bus turistici

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Un carro funebre li precede. Il corteo è lento, mesto. Perché è il giorno del funerale, ancora, ancora e ancora. E’ quotidiana la sofferenza di un intero settore che non sa più come fare sentire la sua voce, come fare capire che bisogna agire in fretta, subito.

I bus turistici provenienti da Catania e dalle altre province siciliane si sono recati a Palermo per denunciare sotto la sede della Regione Siciliana ancora una volta la crisi del settore e il totale disinteresse che il Governo ha nei confronti della categoria.

“La situazione storica di questo periodo pandemico di inizio 2022 ha raggiunto l’apice della contraddittorietà nel dialogo tra istituzioni e impresse, poiché sono stati attivati tutti gli obblighi e gli impegni economici per le aziende, ma non è ripartito il lavoro. Le trattative e gli incontri sono stati infruttuosi o, nel migliore dei casi, con risultato deludente,
poiché non è stata riconosciuto alcun indennizzo per le aziende, né è stato preso alcun serio
provvedimento per il mantenimento delle aziende –  afferma il presidente dell’associazione Bus turistici Sicilia Maurizio Reginella – Non è stato riconosciuto il settore come facente parte dell’indotto turistico, senza quindi
fondo perduto adeguato né provvedimenti ad hoc per i dipendenti. Non è stata riconosciuta la svalutazione dei mezzi e quindi del deperimento delle strutture aziendali. Sono stati bocciati gli emendamenti a favore del recupero delle accise. È stato riconosciuto il ristoro delle rate di leasing solo per coloro che hanno acquistato autobus
immatricolati nel 2018/2019 e che hanno comunque continuato a pagare regolarmente nonostante la
pandemia senza accedere alla sospensione in moratoria. I leasing sospesi fino allo scorso 31 dicembre sono regolarmente ripresi, le tasse e le incombenze precedentemente rimandate causa pandemia sono tutte tornate in vigore e regolarmente attive, solo una cosa manca all’appello: il lavoro”.

Oggi comincia una protesta ad oltranza, statica in presenza davanti ai prefetti di molti capoluoghi italiani, e gli imprenditori e le loro famiglie rimarranno in piazza fino a che non giunga dal governo una presa d’impegno chiara e adatta alla immane dimensione della tragedia che da due anni stiamo attraversando. L’apertura di un tavolo tecnico è il minimo che ci aspettiamo, con estrema urgenza, dal governo”, conclude.

La morte di un’intera fetta del turismo lunedì è stata denunciata, con le stesse modalità, a Napoli.

“E’ stata una manifestazione di dolore, il grido di disperazione di un comparto in ginocchio. Il Governo – sostiene Vincenzo Schiavo, vicepresidente nazionale con delega al Mezzogiorno di Confesercenti/Federnoleggio – deve farsi carico di queste enormi difficoltà, sostenendo le imprese e dando ad esse risposte e ristori concreti. Innanzitutto va liberato il turismo da restrizioni in modo che riparta. Non dimentichiamo che, peraltro, questa categoria è il primo biglietto da visita per i turisti. E’ evidente che senza incassi le aziende di autonoleggio bus non possono più sostenere certi costi. Lamentiamo anche promesse non mantenute: si attendeva un contributo che non è mai arrivato”.

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Alessandro Sofia

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