Venerdì 27 novembre alle ore 19.00, nell’ambito della rassegna Capodrise Contemporanea, il Palazzo delle Arti di Capodrise ospiterà l’evento online “Silenzi ed altri luoghi” un incontro con il paesologo Franco Arminio e il fotografo Salvatore Di Vilio, interviene il giornalista Roberto Russo conduce l’incontro Michelangelo Giovinale direttore artistico del Palazzo delle Arti.
L’evento online sarà liberamente visionabile sulla pagina Facebook del Palazzo delle Arti di Capodrise
Un dialogo fra poesia e fotografia, attraversando luoghi, storie di silenzi, borghi dimenticati, tradizioni millenarie e riti che oggi stentano a sopravvivere nel frenetico e caotico rapporto con le grandi città.
Franco Arminio, poeta, “paesologo”, scrittore di fama internazionale e Salvatore di Vilio fotografo, nelle loro rispettive ricerche, hanno posto sempre l’accento sul valore antropologico dei luoghi marginali, sulla formidabile forza che ancora conservano e su quel patrimonio di civiltà che sembra non interessare più nessuno.
Saranno pungolati, da Michelangelo Giovinale direttore artistico di Capodrise Contemporanea e Roberto Russo, giornalista e capo redattore del Corriere del Mezzogiorno.
“In questo periodo di grande sofferenza sociale – spiega il sindaco Angelo Crescente- ci sembrava più che giusto non limitare la fruizione degli appuntamemti culturali, anzi, leniscono il trauma che ci impone questo distanziamento sociale”.
Il silenzio al centro dell’incontro, tema di cui Arminio e Di Vilio da decenni indagano rispettivamente il significato, fra poesia e fotografia.
Due uomini su linguaggi differenti, ma che, frequentemente, hanno incrociato le loro rispettive ricerche lungo i loro cammini.
Hanno accettato entrambi di buon grado l’invito ad essere presenti a Palazzo delle Arti, anche a porte chiuse e senza publico, per testimoniare con la loro presenza a Capodrise, una personale resistenza alle forti limitazioni che impediscono ogni forma di fruizione culturale.
Accanto ad Arminio e Di Vilio, Giovinale e Russo con il compito di rendere, nel dialogo a quattro voci, ancora più visibile, plateale, quel divario paradossale, inspiegabile, che divide concettualmente le identità rurali dal centro della modernità.
Periferie dimenticate, finite nel degrado e nell’abbandono, metafora quasi sempre di miseria e di povertà e che invece potrebbero ritornare ad essere, interpretando il loro silenzio, la chiave di volta per un nuovo autentico umanesimo di modernità.
La rassegna, tuttora in corso a Palazzo delle Arti, vede fortemente impegnato l’Assessorato alla Cultura, guidato da Luisa d’Angelo e gode del patrocinio della Scabec, Regione Campania.
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