Pazienti vulnerabili e ad alto rischio in cura nelle Unità operative di Ematologia e Nefrologia e Dialisi: sono le persone che hanno subito un trapianto di midollo o di rene e che continuano a essere seguite dai professionisti dell’Azienda ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino sia per il follow-up che per effettuare le terapie.
Centosessanta trapiantati che la Direzione Strategica ha deciso di sottoporre alla vaccinazione anti-Covid con l’ultima riserva di dosi di Pfizer-BioNTech custodita nei propri ultra-freezer.
Come per la vaccinazione ai pazienti in dialisi, la sede per le somministrazioni è stata individuata in ambiente protetto, nel punto vaccinale dell’Unità operativa di Medicina Preventiva della Città ospedaliera e le operazioni termineranno entro martedì prossimo.
Dei 160 che hanno aderito all’iniziativa, 96 afferiscono all’Unità operativa di Ematologia con trapianto di midollo e 64 all’Unità operativa di Nefrologia e Dialisi.
Non tutti i pazienti trapiantati e seguiti dai due reparti saranno sottoposti al vaccino, ma solo quelli con determinate caratteristiche cliniche.
«In considerazione del fatto che i soggetti sottoposti a trapianto di cellule staminali emopoietiche o in lista d’attesa per il trapianto sono soggetti estremamente vulnerabili – spiega Antonio Maria Risitano, da qualche mese Direttore dell’Unità Operativa di Ematologia dell’Azienda “Moscati” -, per quanto riguarda l’Unità operativa di Ematologia sono stati selezionati i pazienti per i quali la vaccinazione era da considerarsi particolarmente urgente».
Si è proceduto, pertanto, con una valutazione caso per caso dei circa 200 pazienti trapiantati in follow-up presso l’Azienda Moscati – di cui circa il 75% trapiantati in loco -, seguendo le raccomandazioni delle società scientifiche nazionali, e in particolare del Gruppo Italiano Trapianto Midollo Osseo (Gitmo).
«In questo modo – continua Risitano – abbiamo identificato 96 pazienti da sottoporre a vaccinazione, rispondenti a specifici parametri. Come da raccomandazioni, sono state invece escluse le persone in trattamento con immuno-chemioterapie aggressive in grado di compromettere con alta probabilità l’efficacia della vaccinazione. Ringraziamo la Direzione strategica dell’Azienda Moscati – conclude il primario – che ha offerto questa possibilità ai nostri pazienti, mettendo in atto un modello assistenziale in cui la vaccinazione va a completare la presa in carico dei soggetti particolarmente fragili, per i quali la gestione di tutte le cure presso il nostro ospedale rappresenta senza dubbio un valore aggiunto».
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