Spaccio di droga all’Icot, coinvolto un medico. L’indagine delle Fiamme Gialle

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È scattata alle prime luci dell’alba l’operazione del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Latina. I militari stanno dando esecuzione ad un’Ordinanza Dispositiva di Misura Cautelare Personale emessa dal Giudice per Indagini Preliminari su richiesta della locale Procura della Repubblica con la quale è stata disposta la Custodia Cautelare in Carcere nei confronti di un soggetto e la misura interdittiva dall’esercizio della professione medica per la durata di un anno per un professionista in servizio presso una struttura sanitaria della zona.

Sono accusati di illegale detenzione di sostanze stupefacenti, cedute ed utilizzate all’interno dell’istituto ICOT di Latina quali cocaina, hashish e marijuana.

Le indagini, condotte attraverso il ricorso allo strumento delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, sono state avviate dopo una una segnalazione pervenuta dai vertici dell’ospedale che denunciava l’attività di vendita e l’utilizzo delle sostanze all’interno dell’Istituto. Si è così scoperta un’intensa attività di spaccio gestita dal soggetto ora in carcere, che avrebbe rifornito numerosi consumatori abituali tra cui anche soggetti ricoprenti incarichi e funzioni sanitarie ed operanti all’interno della struttura sanitaria.

Dalle indagini è emerso che un medico avrebbe acquistato quantità ben superiori al semplice uso personale e avrebbe quindi ceduto lo stupefacente ad altri professionisti ed operatori sanitari sempre in servizio operanti all’interno della citata struttura.

“Le misure di oggi – si legge nella nota del comando provinciale – seguono quelle già eseguite durante le indagini, nel cui ambito già erano stati tratti in arresto in flagranza di reato 4 soggetti, tra cui un dipendente della medesima struttura sanitaria.

Oltre ai soggetti destinatari delle misure cautelari, risultano indagati ulteriori 16 soggetti. In particolare l’attenzione degli investigatori è rivolta alla identificazione di eventuali ulteriori operatori sanitari ed anche collaboratori assuntori di sostanze stupefacente e, in caso positivo, interromperne l’attività in considerazione del grave danno che potrebbe derivare dalla prestazione di attività e assistenza sanitaria in condizioni psico-fisiche alterate”.

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Lidano Orlandi

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