Spagna, una legge “proteggerà” gli animali domestici nei casi di divorzio

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Spagna: cani, gatti, uccellini, tartarughe o pesci rossi come persone. Battaglie legali per la custodia degli animali: sono all’ordine del giorno, nei casi dei quali essi vengono considerati quasi come figli. Non è il futuro, ma è oggi. In Spagna, per esempio, dal 5 gennaio gli animali domestici non sono più considerati cose, che si possono possedere, ma “esseri viventi sensibili”, dei quali bisogna prendere in considerazione il benessere psicofisico: proprio come per i bambini. Prima, si parlava di “proprietà personali”: oggi no. Nelle cause di divorzio, si parlerà di affidamenti congiunti di cani e gatti, poiché c’è una riforma del codice civile. Ciò accade anche in Francia dal 2015, e ancora: in Germania, Svizzera, Austria e Portogallo.

Una sentenza storica è stata ottenuta dall’avvocatessa Lola Garcia, dello studio legale Rights&Animal, in ottobre. Queste le sue parole: “Quando c’è una separazione, il destino degli animali deve essere regolato come quello degli altri membri. Sono parte della famiglia“. Si tratta del caso di una coppia non sposata di Madrid. I due si erano lasciati. Dopo ciò, si erano rivolti al tribunale: chi avrebbe dovuto tenere il cane? Secondo il giudice, entrambi sarebbero stati legalmente responsabili dell’animale e avrebbero dovuto alternarsi ogni mese nel prendersi cura di lui. La sentenza ha fatto giurisprudenza.

Il governo socialista di Pedro Sánchez, con il sostegno di Podemos, ha parlato chiaro tre giorni fa: spetta al proprietario garantire che proprio animale viva bene.

In caso di divorzio, si tratterà di prendere in considerazione “il futuro degli animali da compagnia, tenendo conto degli interessi dei familiari e del benessere dell’animale, distribuendo l’affidamento e la cura”, come indica il nuovo provvedimento. Se poi uno dei due elementi della coppia si è macchiato di maltrattamenti, perderà la custodia in automatico. Spetta al magistrato dire con chi starà meglio il compagno a quattro zampe. Come appare chiaro, come per i cuccioli d’uomo, chi ha una situazione finanziaria migliore più facilmente potrà occuparsi del proprio animale. Se si è già ottenuta la custodia dei figli, si è avvantaggiati.

Il cambiamento era nelle cose. Il País, in un articolo del 2016, per la custodia degli animali parlava di esiti traumatici negli amici pelosi in caso di rottura tra partner. Se in precedenza la custodia era assegnata a colei (o colui) che aveva registrato il cucciolo di casa, senza prendere in considerazione i legami affettivi, già nel 2010 è arrivata una sentenza precorritrice della riforma. Una donna era disperata perché l’ex compagno non le faceva più vedere il suo cane attempato (9 anni) e ha interpellato il tribunale per l’affidamento congiunto. Così si è creato un precedente. Il resto è cronaca d’oggi.

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Isabella Lopardi

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