Spinea, prima edizione di “100 ai 100”, un premio per gli studenti più bravi

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La Giunta di Spinea giovedì 15 ottobre ha deliberato all’unanimità la prima edizione di “100 ai 100”, un premio per i giovani che nelle maturità 2019 e 2020 hanno conseguito un punteggio tra i 95/100 e i 100/100 con Lode.

«Un premio rivolto ai giovani di Spinea – spiega l’Assessore alle Politiche Giovanili Elia Bettin – il cui obiettivo è quello di riconoscere l’impegno delle eccellenze del nostro territorio, e premiarle.

Un incentivo ai giovani: oggi avere un titolo di studio non conta solo a livello personale, ma anche a livello lavorativo. Il sistema Italia deve rinascere basandosi sulla meritocrazia, dando spazio alle caratteristiche specifiche e all’impegno degli individui, riconoscendo, come in questo caso, le eccellenze in ambito scolastico.

Le istituzioni e la società civile hanno un doppio compito nei confronti delle nuove generazioni: spronarle a dare il meglio di sé per formare in futuro una classe dirigente seria e preparata, ma soprattutto lavorare affinché il loro futuro possa essere qui in Italia e non all’estero».

La domanda dovrà essere presentata entro il 16 novembre 2020 al Protocollo del Comune di Spinea, la consegna dell’attestato e di un premio in denaro avverrà rispettando le normative vigenti.

L’iniziativa “100 ai 100” va ad aggiungersi alla già conosciuta “Ho una laurea nella manica” rivolta ai laureati.

L’Amministrazione comunale, sempre con l’obiettivo di mettere i giovani spinetensi al centro, ha approvato, nel corso della stessa seduta di giovedì, il progetto curato dall’Assessorato alle Politiche Giovanili “Ragazzi sul filo”, un progetto di interventi di prevenzione al disagio preadoloscenziale e adolescenziale.

Un nuovo progetto che «dopo alcuni spiacevoli episodi di vandalismo, bullismo e teppismo, accaduti sul nostro territorio era assolutamente necessario per intervenire con idonee azioni preventive ed educative- spiega l’assessore Elia Bettin – Si cercherà di prevenire e modificare i comportamenti a rischio, coinvolgendo anche il mondo degli adulti che ruota attorno a questi ragazzi, pensando a una comunità educante che sia esempio positivo e di sostegno per questi ragazzi».

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Paolo Favaretto

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