Suicidio assistito, Marco Cappato: “Sono di nuovo in Svizzera per un diritto fondamentale” (VIDEO)

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“Sono di nuovo in Svizzera per fare valere quello che dovrebbe essere un diritto fondamentale”.

Così Marco Cappato.

Adesso combatte per Romano, un italiano affetto da una grave malattia neurodegenerativa, una forma di Parkinson molto aggressiva che gli ha paralizzato completamente gli arti e che lo porterà a breve a una alimentazione forzata.

Romano, aiutato dalla moglie, ha chiesto aiuto all’Associazione Luca Coscioni per potere accedere al suicidio assistito. Oggi marito e moglie sono con Cappato, tesoriere dell’associazione, in Svizzera per dare seguito alla richiesta.

A spiegare le ragioni della scelte di Romano è la moglie in un video registrato ieri sera.

“Quando a inizio luglio Romano ha espresso in maniera molto responsabile e consapevole il desiderio di interrompere questa lunga sofferenza – dice la donna – ci siamo rivolti per informazioni all’Associazione Luca Coscioni e abbiamo chiesto aiuto anche a Marco Cappato. Tutto questo per evitare problemi legali visto che nel nostro Paese non esiste un quadro legislativo chiaro sulla scelta del fine vita che è un diritto fondamentale dell’uomo”.

Dopo un lungo viaggio “molto faticoso per Romano – spiega ancora la donna – siamo arrivati in Svizzera e stiamo aspettando la visita del dottore”.

Marco Cappato parla di “una nuova disobbedienza civile, dal momento che la persona accompagnata non è “tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale”.

Quindi, così come per Elena, non rientra nei casi previsti dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato\Dj Fabo per l’accesso al suicidio assistito in Italia.

Cappato vuole “superare le attuali discriminazioni tra persone malate”.

Nel nostro Paese il suicidio assistito è possibile e legale quando la persona malata che ne fa richiesta è affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli e tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e queste condizioni siano state verificate dal sistema sanitario nazionale. 

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Redazione Nazionale

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