Taranto: Kyma Ambiente-Amiu, ricorso contro sanzione garante privacy

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Kyma Ambiente-Amiu Taranto ha dato mandato ad esperti in materia per la formalizzazione del ricorso in merito alla sanzione ricevuta dal Garante della privacy, tramite comunicazione dello scorso 13 maggio. Il provvedimento è scaturito da una serie di accertamenti effettuati dal Garante, avviati dopo una segnalazione pervenuta nell’aprile del 2021.

Questi accertamenti hanno rilevato alcune mancanze che risalgono al marzo 2012, relativamente a un’ordinanza del sindaco dell’epoca con cui il Comune di Taranto conferiva all’Amiu la funzione di accertamento e contestazione di multe nei confronti del mancato rispetto della normativa sul conferimento dei rifiuti. Una situazione che è stata sanata dall’attuale dirigenza di Kyma Ambiente-Amiu, a gennaio del 2022, che ha perfezionato una serie di documentazioni. Questa circostanza, l’assenza di adempimenti relativi al 2012, rappresenta gran parte della sanzione comminata a Comune di Taranto e Kyma Ambiente, rispettivamente di 150mila e 200mila euro.

Una sanzione che include anche un’altra fattispecie. Si tratta di una segnalazione sull’identificabilità di una persona ripresa dalle videotrappole nel 2021, il cui filmato era stato diffuso sulla sola pagina Facebook di Kyma Ambiente. Il soggetto in questione, secondo quanto comunicato dal Garante, risultava riconoscibile da alcuni elementi, nonostante l’oscuramento dei tratti maggiormente sensibili. Come scrive il Garante l’identificazione può avvenire «Anche nel caso in cui il volto non sia visibile… da taluni elementi come abbigliamento, modello automobile, etc.».

Kyma Ambiente ha ribadito, durante l’istruttoria, che la finalità della pubblicazione dei video era esclusivamente finalizzata a un’azione di deterrenza e di sensibilizzazione sulla tematica dell’abbandono selvaggio di rifiuti. Azione di contrasto che ha portato a risultati importanti e alla concreta segnalazione di punti critici della città, bersagliati da questo fenomeno. La società in house del Comune di Taranto ha dunque presentato ricorso alla sanzione comminata.

«A fortificare questa azione di deterrenza, le quasi 2100 multe elevate fino ad ora, fonte Polizia Locale di Taranto, per un importo già incassato di quasi 77mila euro e altri 90mila circa ancora da incassare» commenta il presidente di Kyma Ambiente Giampiero Mancarelli. «Vorrei tranquillizzare tutti i cittadini che ci chiedono maggiore controllo: sulle videotrappole non arretreremo di un passo. Allo stesso modo mi chiedo qual è l’obiettivo di chi critica questa azione di sorveglianza messa in campo per promuovere decoro e igiene. Polemizzare su questo sistema equivale a non contrastare l’inciviltà che danneggia la nostra Taranto».

Altro dato dovuto all’utilizzo delle videotrappole è la diminuzione nella produzione dei rifiuti urbani: Taranto è risalita di circa 23 posizioni nella classifica nazionale del rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente per il Sole 24 Ore. Si è passati da una produzione di rifiuti pro capite di 553 kg del 2020 a 534 kg del 2021. «Questo vuol dire che anche l’azione di deterrenza delle videotrappole ha arginato il cosiddetto turismo del rifiuto» conclude il presidente Mancarelli «si tratta di persone non residenti a Taranto che arrivano in città solo per lasciare rifiuti. Grazie anche alle videotrappole, questo fenomeno si è ridotto notevolmente». (Comunicato stampa)

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Dante Sebastio

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