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Tiramisù fatale, scoperto perché è morta Anna Bellisario: quattro indagati per omicidio

Pubblicato il 8 Febbraio, 2023

Dolci vegani e dolci con il latte prodotti sulla medesima linea del laboratorio di pasticceria che riforniva di tiramisù vegani 63 ristoranti in Italia.

E’ in questa commistione, riscontrata e sanzionata dai tecnici dell’Ats, che il 26 gennaio inizia a morire Anna Bellisario, prima ancora che alle nove di sera la studentessa 20enne, a cena con un amico in un ristorante vegano di corso Garibaldi, centro di Milano, si alzi dal tavolo e chieda la lista degli allergeni. 

Ha ordinato un tiramisù vegano, ha guardato l’etichetta, ma chiede ulteriori informazioni: per la sua fortissima allergia, che non ci siano tracce di latticini è questione di sopravvivenza, ricostruisce il Corriere.

La rassicurano. Inizia a mangiare. 

Al secondo cucchiaino, si sente male. Corre in bagno, prova a vomitare, prende il farmaco per l’asma e il cortisone che ha con sé, ma poco dopo sviene. 

L’ambulanza la porta in ospedale, dove muore tra domenica e lunedì. Ma già poche ore dopo la cena, tra il 26 e 27 gennaio, i poliziotti del commissariato “Sempione” allertano il medico reperibile dell’Agenzia per la tutela della salute, che sequestra il vasetto di “Tiramisun” Mascherpa, non prodotto dal ristorante della catena Flower Burger che lo acquista invece dalla pasticceria Glg srl con negozio a Milano e laboratorio fuori città. 

Le analisi rivelano tracce di latte.

La mattina dopo i tecnici Ats piombano nel laboratorio e trovano due operai: uno a preparare biscotti vegani, l’altro a mettere la crema al mascarpone nei vasetti di tiramisù da 100 grammi destinati al commercio.

Le due preparazioni avvengono sullo stesso banco, mentre le linee di lavoro dovrebbero essere “segregat”, altrimenti la possibile presenza di tracce di latte dovrebbe essere dichiarata sull’etichetta dei prodotti vegani (che però cesserebbero di esserlo).

La sanzione al laboratorio per questo sopralluogo indirizza ora anche l’inchiesta del pm Luca Gaglio per omicidio colposo, essendo assai probabile che la contaminazione da latticini sia avvenuta proprio su quel banco, tanto che tracce di latte sono state trovate in un intero lotto di vasetti per i quali il ministero della Salute due giorni fa ha ordinato il richiamo. 

Sono indagati il titolare dell’azienda, il responsabile della produzione e due operai.

“Mia figlia aveva una fortissima allergia al latte e una molto meno grave alle uova”, ha spiegato nei verbali la madre della studentessa.

E siccome le analisi sui cibi sequestrati nel ristorante hanno intanto rivelato tracce di uova nella maionese prodotta dal ristorante vegano, anche come forma di garanzia in vista dell’autopsia è possibile che siano individuati pure lì degli indagati.

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