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“Luoghi del cuore”, in gara il Convento con la Tomba di Antonello da Messina

È stato il primo Convento dei frati Carmelitani sorto in Europa e, in seguito, il primo Convento dei frati minori in Sicilia. Sorge nel più grande sito archeologico all’aperto di Messina. È il Convento di S. Maria di Gesù Superiore Messina. La cripta è la tomba di Antonello da Messina

È decisamente uno dei veri “Luoghi del cuore” tanto che il fatto di averlo candidato già un’altra volta, senza “vincere”, non ha fermato il comitato degli “amici” che lo stanno promuovendo. È il Convento di S. Maria di Gesù Superiore Messina, primo Convento dei frati Carmelitani sorto in Europa (1166 circa) e poi primo Convento dei frati minori in Sicilia con il titolo di S. Maria di Gesù, conservato ancora oggi.

Di più. Secondo il testamento del grande artista redatto nel 1479, le spoglie mortali di Antonello da Messina sono conservate nella cripta sottostante la chiesa che ancora oggi è interrata e sta sotto quella che si vede, riportata alla luce nel 1989 a seguito di lavori di scavo della Soprintendenza. Indagini eseguiti dal CNR, dall’Università di Messina e da altri professionisti hanno confermato infatti che esiste una chiesa sotto quella attualmente visibile.

Quest’anno il Convento torna in gara per i “Luoghi del cuore” del FAI, grazie a quegli “amici” che non si sono arresi e – comunque – se ne occupano quasi quotidianamente da anni.

Volontari, testardi e innamorati: dalle pulizie alle visite guidate

Questi “amici”, guidati da Giuseppe Previti, funzionario della Città Metropolitana di Messina e responsabile dell’Ufficio Archivio Storico e Presidente della Fondazione di partecipazione Antonello da Messina, sono accomunati dalla passione per questo luogo – e, in verità, dall’amore per Messina. Tra loro il ragioniere Piero Giacopello, e poi un po’ di pensionati “di acciaio”, il poliziotto Camillo Smedile, il vigile del fuoco Lillo Marchese, il carabiniere Enzo Miano, il ferroviere Filippo Triscari. Al loro fianco – sottolinea Previti – “tanti altri occasionali volontari, dai 6 agli 80 anni, e varie associazioni che negli anni ci hanno dato una mano a ripulire l’area infestata da rovi e arbusti che occultavano l’intero sito. Abbiamo tolto, nel tempo, diverse tonnellate di rifiuti e decespugliato più volte”.

Sì, perché – al di là della competizione per i “Luoghi del cuore” – questo gruppo di volontari è impegnato da una decina di anni, assieme alla coop sociale Trapper che ha in gestione il sito di proprietà della vicina Parrocchia di Santa Maria di Gesù Superiore/Ritiro, a prendersi cura dell’area, grande circa 3000 mq: “il sito archeologico all’aperto più grande di Messina”. Rifiuti, rovi, cespugli e vari tipi di piante infestanti rendevano inaccessibile il luogo e, addirittura, non visibile dall’esterno. I volontari puliscono, eliminano i rifiuti buttati dentro da alcuni, promuovono incontri, dibattiti, pubblicazioni e visite guidate, rigorosamente gratuite.

La partecipazione al censimento dei “Luoghi del cuore” nel 2016

Già nel 2016 questo sito è stato candidato ai “Luoghi del cuore”. Ed era presentato – sic et simpliciter – come “Tomba di Antonello”, il che, a pensarci, basterebbe e avanzerebbe. Quattro anni fa il sito è arrivato terzo in Sicilia e tra i primi quaranta d’Italia.

“Ci riproviamo anche quest’anno”, dice Previti. “Nonostante la delusione di alcuni rispetto al precedente risultato, ci riproviamo perché sarebbe bello ottenere un successo (si tratta di finanziamenti per riqualificazione, indagini, coperture e messa in sicurezza, ndr) ma anche perché questa esperienza dei ‘Luoghi del cuore’ serve tanto a far conoscere ancora meglio il sito e, in particolare, a farlo conoscere a chi non lo ha mai visto o, addirittura, non sa che esiste”.

Un sito con una storia lunga quasi un millennio

La storia di questo candidato ai “Luoghi del cuore” è lunghissima. Comincia nel 1166, quando viene eretto il Convento dei Frati Carmelitani a Ritiro e prosegue fino a oggi. Nel mezzo di tutto di più, dal ritorno definitivo nel 1229 in Messina dei frati Carmelitani dopo la pace siglata tra il Sultano e Federico II che ne fa – con il nome S. Maria del Monte Carmelo – il primo convento europeo dei Carmelitani, alla vendita del Convento da parte dei religiosi (1263) a Suor Frisa che, insieme ad una ventina di donne, ne rivendicò il titolo di monastero e ottenne da Urbano IV di potervi professare “vita claustrale e religiosa con la regola cistercense”, dalla cessione nel 1418 al Beato Matteo Gallo di Agrigento che lo trasforma in Ecclesia di Santa Maria di Gesù e ne fa il primo convento siciliano dei Frati Minori Osservanti, fino ad arrivare al 14 febbraio 1479 quando Antonello da Messina detta il suo testamento al notaio Antonio Mangianti, chiedendo di essere sepolto nel convento di S. Maria di Gesù di Messina.

Con un salto di quasi quattro secoli, eccoci al 1855: una grave alluvione danneggia il Convento. Il rettore del complesso, padre Angelo da Naso, fa sopraelevare la chiesa con «uguale grandezza che la prima» e con «una solidissima volta in muratura», adattando «ad uso di sepoltura» le strutture non interrate della vecchia chiesa. Pochi anni dopo, nuova alluvione, nuova tracimazione del torrente: la nuova chiesa viene distrutta, la vecchia «allagata e resa inservibile». Nel 1866 il Convento – a seguito della confisca dei beni ecclesiastici – viene trasformato in ospedale d’isolamento per malattie infettive. Vent’anni dopo, ancora una chiesa, la terza, vi viene costruita da padre Luigi Castiglione da Bronte, a spese del Municipio, adattando l’antico refettorio.

Dal terremoto del 1908 alle scoperte durante i lavori di viale Giostra

Il 28 dicembre 1908 il terremoto che distrusse Messina distrusse anche chiesa e convento. Sul sito fu realizzata una chiesa baracca, che rimase aperta al culto fino al 1934, quando fu inaugurata la Chiesa attuale costruita su un terreno donato dal proprietario Barone Marullo di Condoianni. Il sito fu poi abbandonato. Divenne una sorta di discarica abusiva.

Nel febbraio del 1989, durante i lavori per la realizzazione della corsia destra (senso mare-monte) del viale Giostra, vennero alla luce cospicui resti del complesso religioso. Da qui la campagna di scavi della Soprintendenza di Messina che portò alla luce un locale di sepoltura con sedili-colatoi e i resti della chiesa realizzata dopo l’alluvione del 1855. Nel 2006 il Comune fa un intervento di pulizia e manutenzione e il 9 aprile 2011, con l’autorizzazione della Parrocchia e della Soprintendenza, il gruppo di volontari e la Trapper vi entrano per la prima volta per bonificare l’area. Attività che portano avanti tuttora.

Le speranze, i progetti e le ansie del comitato promotore

“Abbiamo un progetto generale – spiega oggi Previti – per rendere l’area fruibile tutto l’anno e abbiamo anche un progetto stralcio per coprire la chiesetta ottocentesca. Abbiamo preparato con l’aiuto di professionisti un progetto per effettuare dei saggi di scavo, coinvolgendo l’Università di Messina che dovrebbe presentarlo alla Soprintendenza per la relativa autorizzazione”.

Il punto è – dicono i volontari – che ci sono interventi irrinunciabili per i quali una “vittoria” nella gara dei “Luoghi del cuore” sarebbe molto opportuna.

“Siamo in ansia. Se non riuscissimo almeno a coprire la chiesetta ottocentesca, si rischierebbe la rovina del bene. Sotto questa chiesa esiste quella medievale e sotto ancora la cripta, dove con molta probabilità si trova la sepoltura del Maestro Antonello da Messina, terziario francescano. La chiesa medievale si trova a circa metri 5,20 da quella attualmente visibile”.

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