Tragica fine per Andrea. I resti rinvenuti nell’autocompattatore sono i suoi

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Dopo quella di Marcello Pantaleo, arriva anche la tragica fine per Andrea Ferrari. A poco più di 24 ore dal ritrovamento del corpo senza vita in mare del 39enne di Santa Maria al Bagno, nelle vicinanze di Santa Caterina, ad una profondità di 22 metri, un’altra tragedia sconvolge l’intera comunità salentina. Marcello era scomparso il giorno della vigilia di Natale ed è stato ritrovato ieri dopo una settimana abbondante di ricerche in lungo e in largo, per Andrea, invece, purtroppo, c’è voluto molto meno. La scena raccapricciante dei resti di un cadavere ritrovati questo pomeriggio in un autocompattatore, purtroppo riguardano da vicino la sua scomparsa. Andrea, 43enne di Taviano, era scomparso il giorno di Capodanno, aveva fatto una telefonata alla mamma la sera stessa per farle sapere che si trovava in un bar e questa mattina era stata ritrovata, parcheggiata all’interno dei parcheggi dell’Eurospin di Gallipoli, la sua Renault Clio. Poi, la scoperta raccapricciante all’interno di un camion compattatore all’interno del deposito di una ditta che si occupa della raccolta ed il riciclo di carta e cartone, nella zona industriale di Galatone.

Tragica fine per Andrea, i dettagli e le indagini

Sull’episodio si dovrà fare chiarezza, ma al momento c’è una sola certezza: la tragica fine per Andrea Ferrari. Gli avvertimenti del medico legale saranno utili soltanto a confermare quella che ormai è una tragica certezza. Sul luogo del ritrovamento anche i carabinieri della compagnia di Gallipoli, che hanno avviato le indagini per fare luce sulle ultime ore di vita di Ferrari. SI dovranno capire tante cose, ma soprattutto si dovrà svelare il giallo sulla morte del 43enne di Taviano. Da una prima ricostruzione degli investigatori, la tragica fine per Andrea sarebbe arrivata dopo che si sarebbe introdotto nel cassone in dotazione al supermercato di fronte al quale è stata ritrovata la sua Clio, utilizzato per depositare i cartoni che vengono poi condotti al macero. Il cassone in questione è stato poi prelevato questa mattina e trasportato proprio presso l’ecocentro in cui vengono trattati i rifiuti. Ed è qui che Andrea avrebbe trovato la morte. Questa almeno, l’ipotesi che è stata formulata dagli investigatori dopo aver rintracciato la sua auto. Due elementi ad avvalorare questa tesi: il fatto che già in passato Andrea si fosse introdotto in camion adibiti alla raccolta di rifiuti e l’ultima cella telefonica a cui si era agganciato il suo telefono che aveva indicato una zona a ridosso del luogo in cui è stato rintracciato il veicolo. I carabinieri, ora, dovranno chiarire se il 43enne si era introdotto nel cassone e poi si era addormentato rimanendo incastrato, o se, per qualche ragione diversa, era accidentalmente terminato all’interno di quel luogo in cui è arrivata la tragica fine per Andrea.

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Carmelo Dimitri

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