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Willy fratelli Bianchi

Uccisione Willy Monteiro, ergastolo per i fratelli Bianchi

I fratelli Bianchi hanno avuto la pena richiesta dal pubblico ministero per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte.

Pubblicato il 4 Luglio, 2022

Arrivano nuovi sviluppi riguardo alla vicenda relativa all’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne pestato a morte a Colleferro, in provincia di Roma, nella notte tra il 5 e il 6 settembre del 2020.

Le condanne

Sono stati condannati all’ergastolo i due fratelli Marco e Gabriele Bianchi, principali colpevoli dell’omicidio di Willy. Agli altri due complici, Mario Pincarelli e Francesco Bellegia, sono stati inflitti 21 e 23 anni. In questo modo sono state accolte le richieste dell’accusa per quanto riguardano i due fratelli, mentre per i due complici sono risultate più lievi. Tutti loro erano accusati di omicidio volontario con l’aggravante dei futili motivi. Il testimone Samuele Cenciarelli ha detto oggi durante il processo: “Quella notte ero lì, al di là delle scuse e delle giustificazioni sulla poca illuminazione si vedeva bene tutto e ricordo bene, anche se cerco di rimuovere, che hanno infierito tutti e quattro sul mio amico. Ero con Willy quando lo hanno colpito. Quando ho visto il primo calcio ho provato a intervenire, ma sono stato respinto anche io con un calcio. Ora si stanno arrampicando sugli specchi, ma sono colpevoli tutti e quattro e per loro, senza distinzioni, mi auguro sia ergastolo”. 

La tesi del pubblico ministero

Il pubblico ministero ha sottolineato come i fratelli Bianchi avessero picchiato per 50 lunghissimi secondi con diversi colpi Willy, che era intervenuto per difendere un amico durante un alterco all’esterno di un locale. In seguito però, sempre secondo il pubblico ministero, l’azione è partita dai fratelli Bianchi, ma si salda con l’azione di Belleggia e Pincarelli e diventa una azione unitaria. Quello che è successo a Willy poteva capitare a chiunque altro si fosse trovato di fronte al branco”. Non sono mancati da parte del pubblico ministero riferimenti alla Mma, l’arte marziale praticata dai due fratelli, che sarebbe stata usata come principale arma per uccidere Willy e che sarebbe stata messa in atto “con colpi tecnici. Dati per fare male, violentissimi per causare conseguenze gravissime. Dagli esami della scientifica è emerso che sulla scarpa di Belleggia ci sono tracce biologiche di Samuele Cenciarelli che aveva provato a difendere Willy”.

L’arringa di Gabriele Bianchi

Non è mancata l’arringa autodifensiva da parte di Gabriele Bianchi, che ha affermato durante l’udienza: “Willy e la sua famiglia meritano giustizia. Mi auguro con tutto il cuore che dopo la sentenza i familiari trovino pace e serenità. Vorrei tornare a quella maledetta notte e cambiare tutto, il pm mi ha descritto come non sono. Non sarei stato in grado, anche volendo, di fare ciò di cui mi si accusa. Vi parlo con il cuore in mano, ho sempre detto la verità. Io sogno ancora di tornare dalla mia famiglia e crescere mio figlio”.

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