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Ucraina, strage di civili: “Solo a Kiev trovati già 1.202 corpi”

Pubblicato il 2 Maggio, 2022

“Nell’oblast di Kiev, in particolare nei territori liberati, abbiamo documentato finora 1.202 corpi senza vita di civili innocenti uccisi dai russi”.

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La terribile testimonianza, il crudo snocciolare di dati, è del capo della polizia regionale di Kiev, Maksym Ocheretianyi.

E “Sono oltre 3.000 le vittime civili uccise in Ucraina dall’invasione russa del 24 febbraio”.

Lo afferma l’Ufficio delle Nazioni unite per i diritti umani (Ohchr) precisando che il bilancio dei morti è di 3.153 persone, 254 più di venerdì, anche se le difficoltà di verifica fanno presumere che il numero sia considerevolmente più alto.

D’altronde, al termine della prima settimana dello scorso mese, i numeri riportati dalle autorità ucraine parlavano di almeno 7mila vittime civili dall’inizio del conflitto e stimavano il numero reale di cittadini ucraini morti tra 6.769 e 7,096.

Numeri che non sono verificabili ma che sarebbero il frutto degli attacchi sferrati in città prese d’assalto dalle truppe russe e dai bombardamenti come Mariupol dove sono state scavate fosse comuni per seppellire i troppi civili e soldati morti. O anche la periferia di Kiev con il massacro di Bucha dove i cadaveri di decine di civili sono stati scoperti lungo le strade del sobborgo a pochi chilometri dalla capitale. E ancora Chernihiv, Kharkiv, Mykolaiv e Sumy tra le più colpite.

Nella notte sono state udite esplosioni a Odessa e Kherson. Solo ieri, otto i civili uccisi in bombardamenti russi nelle regioni di Kharkiv e Donetsk. Nella notte colpita la città russa di Belgorod, non lontano dal confine con l’Ucraina. 

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Intanto, è cominmciata l’evacuazione dei residenti da Mariupol. Lo fa sapere il consigliere del sindaco della città portuale Petro Andryushchenko su Radio Svoboda, secondo quanto riporta l’Ukrainska Pravda. “Secondo le nostre informazioni, gli autobus sono partiti da Mariupol. Previo accordo, gli autobus raccoglieranno le persone nei villaggi di Mangush e Berdyansk”, spiega. “È consentito anche unirsi alla colonna con mezzi propri. Ci auguriamo che migliaia dei nostri residenti di Mariupol che sono rimasti bloccati sulla strada da Mariupol a Zaporizhzhia arrivino a destinazione stasera o domani mattina”.

“DUE MESI DI BUIO”

“Non ci posso credere. Due mesi di buio”. Natalia Usmanova sorride e si porta le mani sul volto. Lei è tra i circa 100 civili che ieri sono stati evacuati dall’acciaieria Azovstal di Mariupol e la sua testimonianza viene raccontata in un video della Bbc.

“Non abbiamo più visto la luce del sole, avevamo paura”, prosegue la donna, che ha parlato ai reporter nel villaggio di Benzimenne, nell’Ucraina orientale sotto il controllo russo. “Quando siamo saliti sul bus (per l’evacuazione) ho detto a mio marito: non dovremo più andare al bagno con una torcia elettrica?”, racconta Natalia emozionata e incredula: “E non dover usare un sacchetto o un cestino come bagno e una torcia”.

“Siamo andati lì (alla Azovstal) per una nostra libera scelta, come i lavoratori della fabbrica, per salvarci”, spiega ancora la donna, capelli raccolti, piumino giallo e due grandi borse nelle mani, mentre nel video scorrono le immagini dell’evacuazione del ministero della Difesa russo.

“Quando abbiamo capito che stavano arrivando sempre più vicino a noi e siamo diventati sempre più spaventati, abbiamo cercato di andarcene. Sapevamo dei corridoi umanitari e delle evacuazioni. Ma non ci siamo riusciti”, prosegue la donna. “E quando sono iniziati i bombardamenti ho pensato che il mio cuore si sarebbe fermato e non sarei sopravvissuta. I bombardamenti erano così forti e iniziavano a colpire vicino a noi”, ricorda.

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