La Corte Suprema degli Stati Uniti mette la parola fine alle discriminazioni sul luogo di lavoro fondate sull’identità sessuale. Con una decisione storica la Corte ha stabilito infatti che nessuna persona può essere licenziata in quanto gay o transgender, estendendo di fatto al mondo Lgbt le statuizioni del titolo VII del Civil Rights Act. Non solo le donne devono essere tutelate da qualunque discriminazione fondata sul “sesso”, ma anche tutti i lavoratori omosessuali o transgender.
“Un datore di lavoro che licenzia un individuo per il fatto di essere omosessuale o transgender licenzia quella persona per caratteristiche o azioni che non avrebbe messo in discussione nei membri di un sesso diverso. Il sesso svolge un ruolo necessario e indiscutibile nella decisione, esattamente ciò che il Titolo VII vieta”, si legge nelle motivazioni della Suprema Corte. Che è giunta alla propria decisione mettendo insieme i voti dei giudici di nomina dem a quelli del presidente John Roberts e di Neil Gorsuch, di matrice conservatrice e molto vicino al presidente Trump. Che dal canto suo si limita a prendere atto di quella che definisce “una decisione molto potente”.
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