In via Crociferi si giustizia la democrazia: e i residenti di Catania ricorrono al Tar

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E’ un fatto grave, gravissimo. Allunga ombre inquietanti su Catania, su come è gestita, su come è tutelata da chi dovrebbe farle da scudo, garanzia. Succede che ad appena 24 ore dal sit in che si sarebbe dovuto tenere oggi pomeriggio, alle 18.30, in via Crociferi, la Prefettura ha negato l’autorizzazione.

Ci stiamo riferendo alla manifestazione organizzata dal comitato che ha radunato le principali associazioni ambientaliste e impegnate nel sociale, le associazioni dei residenti del centro storico di Catania e i maggiori licei.

Quella che, così come è stato dettagliato nella Pec inviata alla Prefettura e alla Questura, non aveva “intenti politici”, tantomeno di “contrasto alle misure sanitarie del Governo per il contenimento del Covid-19”, tant’è che sarebbe stata “garantita per tutta la durata della manifestazione il rispetto delle misure di prevenzione del contagio”. L’unico scopo era “il sostegno della pedonalizzazione della via Crociferi, Patrimonio Unesco ed emblema del Barocco siciliano che subisce da anni la mancata chiusura del traffico veicolare di una sua porzione con le conseguenti limitazioni a una piena fruizione di concittadini e visitatori”.

Area pedonale sistematicamente violata, Patrimonio quotidianamente mortificato, che vi abbiamo documentato con immagini eloquenti e testimonianze di recente.

Ieri sera, però, l’autorizzazione è stata negata col documento che vi mostriamo.

Negata nonostante non si sarebbe trattato di una manifestazione no vax e il luogo scelto non rientrasse fra quelli interdetti dalla Prefettura, così come deciso e specificato nella riunione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza dello scorso 12 novembre.

La reazione degli organizzatori è stata immediata: “In seguito ad una PEC di preavviso di pubblica manifestazione inviata alla Signora Prefetto e al Signor Questore in data 6 dicembre (ampio preavviso), oggi in data 10 dicembre alle 19:00 riceviamo la risposta di diniego della questura in cui tra le motivazioni, si legge: “RITENUTO: che via Crociferi, oltre che per la presenza di obiettivi manifestamente sensibili, ricade all’interno di una zona delimitata da alcune piazze interdette che rientrano nel più ampio concetto di aree urbane sensibili.” Tale motivazione è effetto della direttiva recante indicazioni sullo svolgimento di manifestazioni di protesta contro le misure sanitarie in atto del Signor Ministro dell’Interno del 10/11 e recepita dal nostro Prefetto in data 12/11. Precisiamo che a seguito di varie interlocuzioni, al fine di preservare la libertà di manifestare quale diritto costituzionalmente garantito, ci è stato proposta la possibilità di dare luogo al sit-in presso la Piazza Federico di Svevia. Proposta che abbiamo gentilmente declinato in quanto snaturava completamente l’intento del comitato organizzatore”.

“L’evento, il primo di una serie, non a caso era stato organizzato in via Crociferi – spiegano ulteriormente – prima via diventata area pedonale a Catania nel lontano 2012 ma di fatto ancora oggi luogo di transito e sosta per molti mezzi a motore. Una via bandiera, sintomo di una mancanza di volontà politica e civica. Per queste motivazioni non
abbiamo accettato le alternative proposte dal Signor Questore”
.

“AREA SENSIBILE….? PERCHE’?”

“Accogliamo con condivisione degli intenti – continuano – le preoccupazioni dei nostri custodi della sicurezza, che
negano l’autorizzazione a questo sit-in in virtù di una direttiva ministeriale per il contenimento dei contagi
da COVID-19 (nonostante il nostro espresso impegno a garantire distanza di sicurezza e utilizzo di
dispositivi anticontagio). Ma allo stesso tempo, rimaniamo perplessi sulla scelta di indicare la via Crociferi
come “..specifica area urbana sensibile…”, quando nella nostra città assistiamo a vie – tipicamente a
vocazione movida – piene di persone e ricche di assembramenti. Via Crociferi tutti i pomeriggi è pressoché deserta, mentre piazza Università, la via Etnea, e diverse aree del centro storico, che distano poche centinaia di metri sono affollate all’inverosimile. Eppure a noi viene negato il diritto di manifestare pacificamente
per chiedere qualcosa di dovuto, la effettiva pedonalizzazione di Via Crociferi che è sulla carta da 10 anni ma nei fatti non lo è mai stata”.

“POGLIESE E’ D’ACCORDO?”

E anche il sindaco di Catania Salvo Pogliese viene chiamato alla sue responsabilità nella vicenda: “Ci chiediamo perché la valutazione collegiale abbia ritenuto essere Via Crociferi area urbana sensibile. E se anche il Signor Sindaco (nella sua veste di autorità sanitaria locale) nell’ambito di questo contesto, ha apportato contributo a questa decisione indicando profili di criticità“.

“ABBIAMO DATO MANDATO ALLO STUDIO LEGALE”

“Ricordiamo – concludono – che nella direttiva ministeriale recante indicazioni sullo svolgimento di manifestazioni di
protesta contro le misure sanitarie in atto” si riporta che; L’individuazione di tali aree dovrà avvenire nel
rispetto del principio di proporzionalità, adesso che il diritto costituzionalmente garantito di riunirsi e
manifestare liberamente in luogo pubblico costituisce espressione fondamentale della vita democratica e
come tale va preservato e tutelato.
Come in nostro diritto, abbiamo già dato mandato ad uno studio legale per ricorrere al TAR contro questo provvedimento che riteniamo illegittimo ed in violazione del diritto costituzionale a riunirsi e manifestare per le motivazioni di cui sopra. A nostro avviso i nostri intenti e il luogo da noi scelto non contrastano con il provvedimento della Ministra Lamorgese volto a tutelare la salute pubblica“.

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Alessandro Sofia

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