“Vogliamo una data certa, per riaprire in sicurezza”. Questa mattina a Pozzallo la manifestazione Fipe Confcommercio in collegamento con l’iniziativa nazionale tenutasi a Roma

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 “Vogliamo una data certa. Chiediamo di riaprire in sicurezza”. Così gli operatori del settore della ristorazione aderenti alla Fipe che, questa mattina, hanno tenuto una manifestazione in piazza Municipio a Pozzallo in collegamento con l’iniziativa nazionale tenutasi in piazza San Silvestro a Roma.

Il presidente nazionale di Confcommercio, Carlo Sangalli, oltre al presidente nazionale Fipe, Lino Enrico Stoppani, nei loro interventi hanno ricordato che a partecipare c’era anche la piazza della cittadina iblea. A rappresentare il territorio, a Roma, Antonio Prelati, vicepresidente provinciale Confcommercio e delegato Fipe per l’area dell’Ipparino. A livello locale sono intervenuti il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti, il presidente sezionale Confcommercio Pozzallo, Giuseppe Cassisi, il vicepresidente provinciale con delega Fipe per l’area del versante modicano Giorgio Moncada, il presidente Fipe Pozzallo Daniele Agosta con la vice Sara Cannata.

“Ci dicano, una volta per tutte e ce lo dicano con i numeri – ha incalzato Manenti riprendendo le sollecitazioni provenienti dal nazionale – se le nostre attività sono davvero quelle che vanno chiuse per prime e per troppi mesi. Ce lo dicano e ce lo spieghino bene. Perché noi vogliamo riaprire. Vogliamo riaprire in sicurezza. Perché la risposta all’emergenza solo con “più chiusure” è ormai una scelta insostenibile dal punto di vista economico e dal punto di vista sociale. Ogni giorno di chiusura in più, è un metro di deserto che avanza nelle nostre città. Ed è un pezzo di futuro che si sgretola nell’identità del nostro Paese. Noi siamo qui per il futuro. E il futuro parte da un piano vaccini coordinato, diffuso, tempestivo e soprattutto senza incertezze”.

Il presidente Cassisi ha spiegato che “in questa fase così delicata l’incertezza resta il peggior nemico perché ci impedisce di programmare e taglia le gambe al futuro”. Il vicepresidente Moncada ha parlato di “un settore discriminato nella sua dignità, in quanto ha sempre avuto solo il dovere di rimanere chiuso”. “Non sarà possibile recuperare tutto quello che si è perso – ha aggiunto Agosta – ma almeno avere dei ristori compatibili con le perdite di fatturato. Rispettando i protocolli di sicurezza che, peraltro, abbiamo sempre scrupolosamente messo in pratica, vogliamo riaprire subito. Chiediamo con rispetto alla politica di tornare a fare il proprio mestiere e di fornirci sostegni adeguati”. 

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Angela La Terra

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