Yara Gambirasio, parla il genetista Marzio Capra: “Ci sono altri campioni di Dna utili alle analisi”

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Marzio Capra, genetista del pool di Massimo Bossetti, ha commentato le recenti notizie dell’indagine sul Dna in una intervista a Telelombardia: “E’ incredibile – dice – come non si capisca che qualcuno ha sbagliato”.

E’ intervenuto in maniera decisa Marzio Capra, genetista del pool di Massimo Bossetti, sulle recenti notizie riportate dai media che indicano la possibilità che il Dna del muratore di Mapello – condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasionon sia stato conservato in maniera adeguata. Il genetista, in un’intervista rilasciata alla trasmissione “Iceberg Lombardia” su Telelombardia, ha affermato: “Se questo reperto non è stato conservato trovo incredibile che non si comprenda che qualcuno ha sbagliato e che non siano ancora stati individuati i responsabili”.

Le affermazioni di Capra: ci sono altri campioni di Dna

“Sono convinto – ha aggiunto – che se ne uscirà attribuendo le responsabilità a chi eventualmente ha contribuito alla distruzione di reperti di cui era stata disposta la conservazione. Non posso credere che un magistrato che aveva disposto il trasferimento di materiale biologico non si sia preoccupato che questo sia avvenuto nelle condizioni ottimali. Se ciò non è stato fatto non penso ci sia alcuna spiegazione razionale”. Ma c’è di più, secondo il noto genetista, “sicuramente ci sono anche altri campioni di Dna utili per le analisi”.

Capra ha spiegato che il Ris ha analizzato diverse centinaia di provette, e che questi altri campioni di minor interesse per la Procura saranno state analizzate in “maniera minore”. Quindi – stando alle affermazioni di Capra -“quantitativamente saranno ancora più disponibili rispetto ai famosi 54 campioni. Evidentemente questi altri campioni sono ancora disponibili, se nessuno ne ha disposto la distruzione e non mi risulta tale ipotesi”.

Le dichiarazioni del cognato di Bossetti, Agostino Comi

Nei giorni scorsi, sempre su Telelombardia, sullo stesso argomento, era intervenuto anche Agostino Comi, cognato di Bossetti: “Non si è data mai la possibilità a Massimo di potersi difendere” ha detto Comi. “Poteva essere stato chiunque altro perché – secondo me – si tratta di una cosa studiata a tavolino fin dall’inizio”, queste le affermazioni del cognato di Bossetti.

Ricordiamo che il Dna isolato sui leggings e sugli slip della povera Yara appartiene a Ignoto 1, ovvero, Massimo Bossetti; tale prova è stata fondamentale per arrivare alla condanna in via definitiva all’ergastolo di Bossetti, riconosciuto come assassino di Yara Gambirasio.

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Redazione Nazionale

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