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Approvate le Zes (zone economiche speciali) per la Sicilia

Pubblicato il 29 Aprile, 2024

Con la firma, da parte del ministro per il Sud Provenzano, dei decreti istitutivi delle Zone economiche speciali per la Sicilia, due le Zes approvate. Alla Zes della Sicilia occidentale è stato assegnato il 35 per cento della superficie e a quella della Sicilia orientale è stato assegnato il 65 per cento.

L’obiettivo delle Zes è attrarre investimenti esteri o comunque extraregionali nelle zone interessate. Nel mondo ce ne sono quasi tremila e gli esempi più famosi sono quelli della Cina e di Dubai. Ma anche in Europa se ne contano circa 70, tra cui le quattordici Zes della Polonia che sono state spesso considerate nel dibattito italiano.

I benefici economici delle Zes siciliane sono previsti dal decreto legge Mezzogiorno n. 91/2017. Si tratta anzitutto di una serie di significativi incentivi fiscali, ma anche di opportunità di credito d’imposta per gli investimenti fino a 50 milioni di euro. A ciò si aggiunge un consistente regime di semplificazioni che saranno stabilite da appositi protocolli e convenzioni e che comunque prevedono per le imprese insediate nelle aree interessate anche l’accelerazione dei tempi procedimentali per garantire l’accesso agli interventi di urbanizzazione primaria (gas, energia elettrica, strade, idrico)

Nella Zes della Sicilia occidentale ricadono le zone di Aragona-Favara, Calatafimi, Caltanissetta, Caltavuturo, Campofelice di Rocella, Carini con l’area Rimed, Cinisi, Custonaci, Gibellina, il porto di Licata, Marsala, l’aeroporto di Birgi, Mazara del Vallo, Misilmeri, il porto e il retroporto di Palermo (a cui si aggiungono le aree di Brancaccio, Partanna-Mondello e dell’Arenella), Palma di Montechiaro, Partinico, Porto Empedocle (con il porto e il retro-porto), Ravanusa, Salemi, Serradifalco, Termini Imerese (con il suo agglomerato industriale e il porto), Trapani (con il porto, il retro-porto, l’agglomerato industriale e l’area logistica).

Per la Zes Sicilia orientale sono state inserite le aree di Acireale, Augusta, Avola, Belpasso, Caltagirone, Carlentini, Catania (con il porto e il retro-porto), l’aeroporto di Comiso, Enna Dittaino, Floridia, Francofonte, Gela (compresa l’area di riconversione), Melilli, Messina (con il porto cittadino e quello di Larderia), Milazzo (con porto, retroporto e agglomerato industriale), Militello Val di Catania, Mineo, Niscemi, Pachino, Palazzolo Acreide, Paternò, il porto e il retroporto di Pozzallo, Priolo Gargallo, Ragusa, Rosolini, Scordia, Siracusa con la zona industriale, quella di Santa Teresa e della strada statale 124, Solarino, Tremestieri, Troina, Villafranca Tirrena, Vittoria e Vizzini.

“Esprimo soddisfazione per l’attesa firma a Roma del decreto che istituisce le due Zes in Sicilia. È l’epilogo – sottolinea il governatore Nello Musumeci – di un laborioso lavoro portato avanti negli ultimi due anni dal mio governo, attraverso gli assessorati per le Attività produttive e per l’Economia, in collaborazione con le Autorità portuali e le organizzazioni di categoria. Si passa adesso alla fase operativa che dovrà rendere concreta questa straordinaria opportunità per le imprese che ricadono nel territorio delimitato. Nei prossimi giorni, presenteremo un disegno di legge per concedere il credito d’imposta aggiuntivo a chi verrà a investire nelle nostre due Zes. Con il ministro Provenzano definiremo presto il crono-programma affinché si possa passare dalla pianificazione alla attività di sostegno”.

Si tratta del passaggio finale di un percorso iniziato nel marzo 2018 con l’istituzione, da parte del governo Musumeci, della Cabina di regia regionale e terminato nell’agosto 2019, quando è stata completata l’identificazione e la delimitazione della due Zes, con la redazione dei rispettivi Piani strategici.

“L’approvazione delle Zone economiche speciali siciliane – sottolinea l’assessore alle Attività produttive, Mimmo Turano – rappresenta certamente un momento di svolta per l’economia e il mondo produttivo siciliano. Con le Zes abbiamo uno strumento in più per superare l’attuale momento di crisi determinato dalla pandemia da Coronavirus, ma anche i ritardi nello sviluppo che questa terra ha accumulato con anni di approssimazione e assenza di strategie”.

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