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Comunità don Gallo, oggi compie mezzo secolo: una messa in streaming e il videomessaggio di don Ciotti

Comunità don Gallo oggi compie mezzo secolo: una messa in streaming e il videomessaggio di don Ciotti

Comunità don Gallo, cinquant’anni dopo. Era l’8 dicembre del 1970, quando don Andrea Gallo venne accolto dal parroco Federico Rebora, il prete di strada che si è spento due anni fa, a 91 anni, nella parrocchia di San Benedetto al Porto, senza il quale non sarebbe esistita.

Era l’altra metà di don Gallo, il prete partigiano conosciuto ovunque. Venne accolto come cappellano, dopo l’esperienza nella chiesa del Carmine e le prime scintille con la gerarchia. La parrocchia, che si era trasformata in una comunità aperta a tossici e prostitute, dava scandalo a Genova, in quegli anni città rossa, ma conservatrice. Un legame durato oltre quarant’anni.

Comunità don Gallo: la messa in streaming, cinquant’anni dopo

Per il cinquantesimo compleanno, dunque, la Comunità ricorda quel momento con una messa in streaming celebrata alla stessa ora di quell’8 dicembre 1970 da don Gianni Grondona, oggi – 8 dicembre – alle 11:45 -, preceduta da un video messaggio di don Luigi Ciotti. Una festa a distanza per ora, a causa della pandemia, a cui si potrà partecipare via social (sui canali della Comunità di San Benedetto).

“Senza quel momento, quell’abbraccio, la Comunità non sarebbe mai nata e, mai come oggi, c’è bisogno di solidarietà” – ricorda Domenico Chionetti, braccio destro del prete di strada che oggi porta avanti la sua missione, insieme ai tanti volontari: stare sempre in direzione ostinata e contraria, dalla parte degli ultimi.

Ma in realtà, per don Chionetti, “non c’è nulla da festeggiare. Perché quello che vediamo in questi giorni è che le persone impoverite sono sempre di più. Lo siamo tutti noi. E quello che colpisce è che, a fronte delle centinaia di migliaia di morti, sembra che la preoccupazione più grossa in questo momento sia la febbre del consumo e la possibilità di andare o meno in vacanza”.

Buon compleanno, dunque, alla Comunità, una vera e propria istituzione solidale, un punto di riferimento per quegli “ultimi” tanto amati da don Gallo.

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