Quando il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, parlerà giovedì al Senato, i numeri del Governo potrebbero già essere non sufficienti. “Fermati prima del voto e vai da Mattarella”, suggeriscono gli alleati al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: in questa maniera avrebbe sicuro un reincarico dal Colle per un eventuale Conte Ter. Con la sfiducia sulle Comunicazioni sulla giustizia di Bonafede tutto sarebbe invece possibile.
E su questo stretto crinale si gioca il futuro di questa maggioranza, che dovrà essere ricompattata da Conte su Recovery plan e prossima elezione del Presidente della Repubblica. Una parte del Pd e tutto il M5S non sono favorevoli, in questo momento, a un nuovo dialogo con Renzi, che il Governo l’ha voluto affossare, ma è da lì che si deve passare. O, novità delle ultime ore, da un Governo Pd, M5s e un eventuale ingresso di Forza Italia nell’esecutivo. A quel punto i numeri ci sarebbero.
Chiusa la porta all’Udc dopo gli arresti e le accuse al leader Lorenzo Cesa, rimane come alternativa a quanto sopra la strada che porta ai Responsabili. Conte aveva dichiarato (qualche transfuga a sostenere la formazione governativa c’è stato nella votazione in Senato, ma pochi rispetto a quanti ne servirebbero): “Il Governo ha la fiducia, rendiamo più solida la maggioranza… Vi assicuro che è complicato governare con chi mina continuamente un equilibrio politico pazientemente raggiunto dalle forze di maggioranza”. Ma il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, aveva ribattuto: “Mi auguro che metta al centro le idee e non lo scambio di poltrone perché il Paese non si merita un mercato indecoroso”. Per certo questa crisi anomala, in piena pandemia, uno stop che non serve a nessuno, passerà dal Quirinale.
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